CorSport – Il 2025 del Napoli entra di prepotenza nella storia! Conte ha trovato la svolta nell’emergenza…
Un anno da favola. Un 2025 che entra di prepotenza nella storia. Due titoli, uno scudetto e una Supercoppa Italiana, come era riuscito a fare solo Maradona. Un percorso iniziato il 4 gennaio, con la vittoria di Firenze firmata da Neres, Lukaku e McTominay, e concluso ieri con il blitz di Cremona, stavolta targato Hojlund. Il Napoli ha giocato 45 partite in 4 competizioni, ne ha vinte 27, pareggiate 10 e perse solo 8. Un cammino esaltante, una crescita costante, un condottiero in panchina che lo ha trasformato in una squadra dominante. Il lavoro di Antonio Conte sulla panchina azzurra è sotto gli occhi di tutti, supportato dai fatti e dalla bacheca. Tutto il resto sono chiacchiere di chi prova a trovargli continuamente un difetto. Di chi ancora riesce a dire che si è lamentato dei troppi acquisti fatti, senza aver capito cosa intendesse a distanza di mesi. Ma il destino dei vincenti è questo, riescono solo a dividere. O li ami o li odi, non c’è una terza via.
Il suo Napoli è una squadra che ancora non ha espresso tutto il potenziale. Conte ha dovuto fare i conti da inizio stagione con una serie di gravi infortuni, da agosto a dicembre non c’è stata mai una partita in cui aveva tutta la rosa a disposizione. A Cremona ne mancavano sette (Meret, Olivera, Beukema, Anguissa, Gilmour, De Bruyne e Lukaku), ma nessuno se n’è accorto. Quando l’interruttore è acceso non c’è avversario che tenga, se invece resta su off può succedere di tutto. Questo è probabilmente uno dei pochi difetti che ha avuto la squadra in questo inizio di stagione: in alcune partite non si è presentata in campo. Al contrario, quando ha avuto le giuste energie mentali e fisiche, ha dimostrato di poter battere tutti: fra campionato e coppe ha piegato finora Inter, Milan, Juve, Roma, Bologna, Atalanta.
Nell’emergenza Conte ha forse trovato l’assetto tattico che ha dato una svolta alla stagione. Il passaggio alla difesa a tre (ormai scelto dalla maggioranza delle squadre di Serie A) è stato la chiave per dare al Napoli una solidità difensiva che aveva un po’ smarrito in avvio di stagione. Nelle ultime tre partite ha infilato tre 2-0 di fila e non ha mai subito gol. E probabilmente poteva segnare anche di più. All’esuberanza dell’attacco azzurro forse manca solo questo, il diventare maggiormente cinico. Per fare un altro step in avanti certi errori sotto porta non si possono fare. Ma anche questo è un pelo nell’uovo. Nel piatto ci sono tante prelibatezze. A Cremona la più squisita vestiva la maglia numero 19. Sì, perché al di là dei due gol fatti e di almeno altri tre sbagliati, la prestazione di Hojlund è stata mostruosa. L’impressione è che stia crescendo a vista d’occhio di settimana in settimana. È un attaccante moderno che mette insieme tutte le caratteristiche che un allenatore chiede a una prima punta. Protegge palla, fa salire la squadra, aiuta i
compagni in costruzione e nello stesso tempo è un maestro nell’attacco della profondità. Ha fisico, forza, tecnica, capacità di calcio e un grande fiuto del gol. E mancino, ma ieri ha segnato una doppietta di destro. Quando si esprime a questi livelli diventa un incubo per gli avversari. Quando gioca così si trasforma in Re Rasmus.
Carlo Gioia



