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Serie A e la “legge del 31 dicembre”: essere primi a fine anno è davvero decisivo per lo scudetto?

Nel linguaggio calcistico tradizionale si ripete spesso che “i campionati si vincono a marzo”. Eppure, osservando con attenzione l’andamento recente della Serie A, emerge un dato sempre più rilevante: la classifica al 31 dicembre non è più solo un’indicazione provvisoria, ma un vero e proprio termometro delle ambizioni scudetto.

Serie A e la “legge del 31 dicembre”: essere primi a fine anno è davvero decisivo per lo scudetto?

La cosiddetta “legge del 31 dicembre” merita oggi un’analisi approfondita, perché il trend degli ultimi anni racconta una storia diversa rispetto al passato.

Leader a fine anno e vittoria finale: cosa dicono i numeri

Prendendo in esame gli ultimi 11 campionati di Serie A, dalla stagione 2014-15 alla 2024-25, emerge un dato apparentemente equilibrato:
in 6 casi su 11, la squadra prima in classifica a San Silvestro ha poi conquistato lo scudetto, con una percentuale intorno al 55%.

Ecco il quadro completo:

2014-15: Juventus prima a fine anno → Juventus campione

2015-16: Inter prima → Juventus campione

2016-17: Juventus prima → Juventus campione

2017-18: Napoli primo → Juventus campione

2018-19: Juventus prima → Juventus campione

2019-20: Inter prima → Juventus campione

2020-21: Milan primo → Inter campione

2021-22: Inter prima → Milan campione

2022-23: Napoli primo → Napoli campione

2023-24: Inter prima → Inter campione

2024-25: Napoli e Atalanta prime → Napoli campione

Se si osserva il dato nel suo complesso, la vetta a fine anno non garantisce automaticamente il titolo. Ma il vero elemento interessante emerge analizzando i cicli.

Il “triennio delle illusioni” (2019-2022)

Tra il 2019 e il 2022 la Serie A ha vissuto una fase anomala, quasi contro-intuitiva. In tre stagioni consecutive, essere primi a fine anno si è rivelato un boomerang:

Inter 2019-20 (Conte): capolista a dicembre, superata dalla Juventus nel girone di ritorno

Milan 2020-21 (Pioli): anno solare straordinario in vetta, ma scudetto all’Inter

Inter 2021-22 (Inzaghi): avanti a Natale, rimontata dal Milan

In quel periodo, la leadership invernale sembrava più un peso psicologico che un vantaggio competitivo. Cambi di ritmo, pressioni ambientali e cali di continuità hanno ribaltato gerarchie che apparivano consolidate.

L’inversione di tendenza: la nuova continuità vincente

Dalla stagione 2022-23 in poi, però, il copione è cambiato radicalmente. Per tre campionati consecutivi, la squadra in testa a fine anno ha poi confermato la propria supremazia fino a maggio:

Napoli 2022-23: dominio costante, campionato chiuso con largo anticipo

Inter 2023-24: leadership invernale trasformata nella seconda stella

Napoli 2024-25: equilibrio iniziale con Inter e Atalanta, poi allungo decisivo nel girone di ritorno

Questa fase segna una nuova maturità del calcio italiano, dove la continuità, la profondità delle rose e la gestione delle pressioni sembrano contare più delle rimonte epiche.

Essere primi a Natale oggi pesa di più?

Il confronto tra i due periodi è netto:

Prima del 2022: essere primi a fine anno spesso non bastava

Dal 2022 in poi: la vetta invernale è diventata un forte indicatore di successo finale

Il dato suggerisce che la Serie A stia premiando sempre più organizzazione, solidità mentale e stabilità tecnica, riducendo lo spazio per sorprese e ribaltoni.