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Reina non si discute, ma…

La storia di Pepe Reina è una storia bellissima, degna del libro Cuore, arrivato al Napoli nella stagione il 29 luglio 2013 in prestito annuale si è subito innamorato della città partenopea.

Un campionato fantastico il suo, sempre più leader di quella squadra che stava meravigliando tutti in Italia ed in Europa. Reina, però, decise di abbandonarla per provare l’esperienza tedesca con il Bayern, ma la distanza dal capoluogo campano si faceva sentire giorno dopo giorno. Monaco non è paragonabile a Napoli,  i messaggi d’affetto rivolti agli ex compagni, ai tifosi non dovevano esser sottovalutati e come accade spesso in queste storie chi ruba da sempre la scena è il cuore.

Il 23 giugno 2015 ritorna al Napoli, questa volta a titolo definitivo, e firma un contratto triennale con scadenza al 30 giugno 2018 . Entrato nelle grazie dei tifosi per il suo carisma, si è imposto nelle gerarchie azzurre, ad oggi sono infatti 103 le presenze con la casacca partenopea.

Alti e bassi però hanno sempre condizionato la sua esperienza; tante le partite salvate con le sue prodezze, altrettante quelle condizionate negativamente.

Questa stagione non è iniziata bene per lui e il Napoli, in alcune situazioni, il portiere azzurro, avrebbe potuto metterci una pezza, ma purtroppo non ci è riuscito. Non ultima la disattenzione nella partita con la Lazio se solo avesse agguantato meglio il tiro di Keita, ora la squadra partenopea poteva non essere distante nove lunghezze dalla Juventus capolista.

Non è la prima volta che il portiere azzurro si fa trovare impreparato, contro Milan e Bologna, aveva già mostrato poca lucidità, ma non cadiamo nell’errore di dare solo colpe a Reina, contro Genoa ed Empoli ad esempio, fu proprio lo spagnolo a rendersi protagonista consentendo ai suoi di portare a casa punti importanti.

Sembra quasi che Reina soffra della sindrome di Joe Hart: grandi portieri con un rapporto errori commessi e goal subiti (e decisivi, aggiungerei) enorme, ma lo san tutti che il ruolo dell’estremo difensore è da sempre il ruolo più complicato, avere riflessi pronti ed essere scattante e preciso a volte può risultare davvero difficile.

Ciò che conta adesso è restare sereni e compatti, sfruttare la sosta e ricaricarsi.