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Maksimovic: “La mia avventura tra Torino e Napoli. Sarri? Eccellente, vi spiego…”

Nikola Maksimovic

Il difensore serbo del Napoli,Nikola Maksimovic, ora in prestito allo Spartak Mosca ha rilasciato una lunga intervista al sito della società russa.

Tra Torino e Napoli

Alla Stella Rossa di Belgrado hai avuto un episodio incomprensibile con il tuo contratto, ma al Torino hai avuto un problema con l’allenatore. Al Napoli com’è andata?

“Al Torino ci sono state delle incomprensioni con il trasferimento al Napoli, ma posso dire che i miei primi due anni al Torino sono stati molto buoni: siamo arrivati in Europa League, abbiamo battuto la Juventus nel derby. Dopo il primo anno avevo delle offerte da altri bluc, ma non sono andato via perchè ero grato al Torino dopo l’acquisto del cartellino dal club di Cipro.

Col mio agente parlammo con la società e con l’allenatore per capire il da farsi. Loro mi dissero ‘Resta un altro anno, ti aumentiamo lo stipendio e poi l’anno prossimo potrai partire al 100%’. Dopo la stretta di mano, dicemmo che non avrebbero dovuto aggiungere nulla al contratto attuale. Il presidente Cairo rispose ‘Se ci offrono più di venti milioni, non ne discuteremo proprio e partirai’. Appena prima della chiusura del mercato, il Napoli tornò con una offerta da diciotto milioni di euro più bonus: il Torino non volle trattare“.

L’infortunio e quel “sì” detto al Napoli

“Non mi sono allenato per cinque mesi, e tre di questi li ho passati con le stampelle. Quando più o meno ero guarito, lavorai per due settimane con il preparatore atletico e, dopo sette giorni con il gruppo, iniziai subito a giocare. Feci quindici partite di seguito eppure  in realtà non ero pronto per giocare, ma non ho mai rifiutato l’occasione…anche se giocando avrei potuto avere dei problemi. Il Torino mi disse ‘Vista la situazione con il tuo infortunio, non hai potuto giocare per tutta la stagione. Abbiamo bisogno che tu resti un altro anno e poi si vedrà, se ci saranno offerte potrai andare’. Avemmo una discussione e finii in panchina. A quel tempo dovevamo giocare ancora sette partite, inclusa quella con il Napoli. Dissero di farmi giocare, per vedermi in azione dal vivo.

Volevano firmarmi, ma il Torino disse di no e mi tenne in panchina. Poi arrivò Mihajlovic… Il presidente gli chiese di persuadermi a restare per un altro anno. Dissi a Sinisa: ‘Sono stato qui per tre anni, mi hai aiutato durante la carriera e per te posso rimanere…ma alle condizioni che mi ha offerto il Napoli’. Rispose che avrebbe parlato con il presidente. Dopodiché tornò il Napoli, offrendo 23 milioni di euro e poi ancora di più. Provai a parlare con Cairo, ma ogni volta diceva che doveva pensarci su. Non mi andava bene, ed avrei voluto capire meglio. La stagione stava iniziando, eravamo al 10-11 agosto quando il presidente iniziò a non rispondere più alle mie chiamate. Decisi di tornare in Serbia fino al 31 agosto. All’ultimo momento il Napoli tornò di nuovo su di me, e trovarono un accordo per il mio trasferimento. Eppure il giorno in cui dovevo andare a Roma per fare le visite mediche, all’aeroporto di Francoforte – dove avevo un cambio d’aereo – fu dichiarato l’allarme terrorismo e l’intero terminal fu evacuato. Rimasi lì per tutta la serata sino al giorno dopo. Sai cosa ho imparato in quei momenti? Che non bisogna lasciarsi andare alle emozioni: se qualcosa va storto, devi affrontarla come se fosse un lavoro. Ed andare avanti. Alla fine è ciò che è successo pure al Napoli.

L’incontro con Maurizio Sarri

Per diverso tempo non ho potuto giocare a causa di un infortunio, e non sono riuscito a trovare uno spazio da titolare perchè c’erano altri calciatori. Maurizio Sarri è un allenatore eccellente, un professore di calcio. E non ha nulla contro di me. Semplicemente preferisce giocare con la stessa squadra, a meno di infortuni o squalifiche. Per questo ho deciso di trasferirmi allo Spartak, per giocare in vista della Coppa del Mondo”.