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Juventus, Fagioli è pronto a tornare: “-1”, scrive. In campo a Bologna?

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Il centrocampista bianconero non vede l’ora di tornare in campo al termine di un calvario che è pronto a mettersi alle spalle: l’ultima story sui social

Juventus, Fagioli è pronto a tornare: “-1”, scrive. In campo a Bologna?

Il centrocampista della Juventus, a cui il 20 ottobre scorso è stata comminata una squalifica di 12 mesi di cui 7 da scontare nell’attività sportiva e 5 invece commutati in prescrizioni alternative, vede la luce in fondo al tunnel e sul proprio profilo Instagram ha fatto partire il countdown: “-1” (mese, ndr) la scritta accompagnata da qualche emoji e dalla canzone “A Sky Full of Stars” dei Coldpaly.

Juventus, Fagioli e la ludopatia: “Libertà e noia, è iniziata così. Per colpa delle schedine non mi allenavo al 100%”

Fagioli, la cui ultima presenza in bianconero (delle sei stagionali) è datata primo ottobre contro l’Atalanta, conta i giorni che lo separano dal ritorno in campo. Dal prossimo 20 maggio sarà il momento di un nuovo inizio per il centrocampista azzurro, che quindi potrebbe tornare per le ultime due partite di campionato. Nella trentasettesima giornata la Juventus farà visita al Bologna di Thiago Motta, mentre nell’ultimo turno giocherà davanti al proprio al pubblico all’Allianz Stadium contro il Monza.

Fagioli si è sottoposto a un programma terapeutico finalizzato alla cura della ludopatia e ha tenuto una serie di incontri pubblici come patteggiato con la Procura della FIGC. Particolarmente significativa la testimonianza resa in un piccolo cinema di Condove, un comune della Val di Susa, quando rivolgendosi a una platea di giovani il centrocampista della Juventus ha raccontato: “Il periodo più difficile è stato un anno fa. Ero ancora dentro al gioco e finché non è successo tutto questo casino il problema c’era, con amici e famiglia. Solo dopo ho chiesto aiuto. Bisogna chiedere aiuto. Pensate che ero arrivato a giocare dodici ore al giorno, sempre con il telefonino in mano, trascuravo i famigliari e la mia ragazza. Ero diverso. Forse ho capito troppo tardi che era una malattia, ma voi non iniziate nemmeno a giocare e coltivate i vostri sogni”.

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