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Nizza, il terrore torna a colpire: tra le 80 vittime ci sono anche degli italiani.

Torna il terrore, torna la paura in Europa. Torna lo spargimento di sangue di vittime innocenti. Ieri a Nizza la drammatica sequenza dell’orrore si è ripetuta. I primi corpi li hanno coperti con teli e lenzuola dei grandi alberghi che affacciano sulla Promenade des Anglais. L’area davanti al Negresco l’hotel più celebre che compare in numerosi film è quella dove sembra si conti il maggior numero di vittime. Perché è proprio vicino al Negresco che la folla cerca di prendere posizione per assistere alla festa di Francia più importante, i fuochi d’artificio del 14 luglio che seguono la parata militare del mattino.

Nizza attentato
Nizza attentato

Tra le ottanta vittime pare non vi fossero solo francesi. Questa notte, alle quattro, in una conferenza stampa surreale, allestita all’aperto in place Massena, a poche decine di metri dalla Promenade, il ministro dell’interno Cazeneuve non ha voluto dire a quali nazionalità appartengano le vittime: “Sarà il procuratore a comunicarlo e le operazioni di riconoscimento sono ancora in corso”.

Le indiscrezioni parlano però di due vittime italiane. E purtroppo non ci sarebbe da stupirsi.
Gli italiani rappresentano la porzione più grande del turismo della Costa Azzurra. Gli addetti del consolato italiano di boulevard Gambetta questa notte sono stati tra i primi ad attivarsi per verificare la presenza di connazionali tra le vittime o i feriti.

Due i poli principali dove sono stati convogliati feriti, famigliari e purtroppo corpi privi di vita. Sono il Cum centreuniversitaire mediterraneen e l’hopital Lanval. Entrambi affacciati sulla Promenade, il secondo celebre perché Angelina Jolie scelse di far nascere qui suo figlio. Questa notte sono diventati centri di emergenza, di dolore, di angoscia o sollievo a seconda del l’esito delle ricerche di amici e familiari che avevano perso contatto con i propri cari durante la tragedia.

Questa mattina Nizza si è risvegliata con un clima surreale. Il surreale che purtroppo, sempre più spesso diventa reale.