De Laurentiis, nel calcio che non è certo il cinema, a ritardi operativi e pochi risparmi. Era certo di aver blindato Higuain fissando un prezzo di uscita dal club ma anche un rapporto cordiale con la sua famiglia il 24 luglio 2015, nell’incontro di Venezia. Ma dopo dodici anni di presidenza con due secondi posti e tre qualificazioni Champions negli ultimi cinque anni, De Laurentiis solo ora scopre che nel calcio i contratti più rigidi e una valanga di clausole sono deboli come carta velina in una sberla di vento. Che rimane di quel patto tra gentiluomini tra l’insopportabile Nicolas Higuain e il presidente? E quale valore ha ancora la cifra del riscatto (94 milioni) se non c’è certezza sulla scadenza: 30 giugno o 31 luglio? Un momentaccio per il Napoli. Bastò la telefonata di Nicolas ad una radio («Non rinnoveremo, il progetto che il Napoli promise non c’è più») per mandare tutto all’aria. Per smorzare il grande amore di Napoli per il fratello Gonzalo, per creare le premesse di un addio, per aprire un varco che rischia di consegnarlo alla Juve, destinazione che fa rabbrividire i tifosi, forse anche il presidente, più deluso che irritato. Oggi con il probabile incontro di De Laurentiis in Lega con il dg juventino Marotta comincia una lunga resa dei conti. Chissà come finirà, di certo l’ultimo idolo dei napoletani è già nella schiera “cuori ingrati”. La Juve nella sua bulimia di potere punta sempre al massimo. Prende chi vuole, e velocemente. Ma come usava il Bayern Monaco compra anche per indebolire gli avversari: ha già sottratto Pjanic alla Roma, prova per Higuain, come finalmente si legge nelle prime timide conferme da Torino. Ma stavolta lo scippo è più complesso: la Roma ha un bilancio più rosso che giallo, quello del Napoli è invece da anni in attivo. E, se vuole, De Laurentiis può scommettere tutto il suo orgoglio contro gli avidi campioni, lanciati verso il sesto scudetto e magari la Champions, per attenuare forse nelle alte strategie aziendali le opache stagioni della Ferrari. C’è un solo punto incerto: la clausola dei 94,7 milioni sembra scaduta il 30 giugno, secondo altri vale fino a fine luglio. Il documento è nella cassaforte di Filmauro a Roma con gli altri contratti. Se vale, Higuain può andar via anche domani, sino al 31 luglio. Altrimenti De Laurentiis riprende i suoi poteri contrattuali e può resistere finché vuole, negando il passaggio alla Juve. Sono fermi gli altri punti:
1) Higuain può recuperare il Napoli solo con clamorose e pubbliche scuse.
2) Deve altrimenti proporre al Napoli una importante cifra, ma solo da parte di un club straniero.
3) Lo staff tecnico che sta lavorando al massimo (con due elementi in più e tecnologie nuove) sembra non gradire i giocatori juventini in parziale contropartita, un’eccezione per Pereyra.
4) È urgente almeno prenotare un attaccante di ricambio. Per il gioco di Sarri, unica garanzia di risultati importanti nel futuro, va bene Morata, molto meno Icardi centravanti che galleggia solo in area di rigore. Chiunque il Napoli scelga, meglio accorciare i tempi. Mai più spaventare i giocatori con quintali di clausole. Il calcio degli spergiuri e Nicolas insegnano purtroppo che non valgono più i contratti, ma neanche le strette di mano fra gentiluomini che sancirono “il patto di Venezia”.