La frase che circola di più in queste ore tra gli addetti ai lavori napoletani come commento della sessione estiva di calciomercato terminata mercoledì scorso è “Adesso tocca a Sarri”. Forse hanno tutti ancora in mente le dichiarazioni del presidente De Laurentiis al termine di Napoli-Frosinone 4-0, la sfida che consegnò al Napoli il secondo posto e l’accesso ai gironi di Champions League. “Sono affari tuoi, li dovrai far giocare tutti e diciannove”, disse il patron in un piccante dialogo con Sarri dinanzi ai media.
Diciannove si, perché il tecnico toscano Maurizio Sarri non ama le rose ampie, preferisce un gruppo unito e ristretto su cui concentrare il lavoro in allenamento. Nella scorsa stagione il mister ha sempre puntato su un blocco di tredici uomini: gli undici titolari più Mertens e David Lopez che furono le riserve più utilizzate.
Il centrocampo è il reparto che ne è uscito più rinforzato dal calciomercato grazie agli arrivi dei “palleggiatori” Rog, Zielinski e Diawara. In attacco c’è il caso Gabbiadini, centravanti che non riesce ad interpretare le richieste tattiche di Sarri e che è passato da “ruota di scorta” pronta a togliere il disturbo, a talento da blindare con un rinnovo del contratto promesso da Giuntoli al suo agente Silvio Pagliari.
Tanti volti nuovi in casa Napoli ed al servizio del tecnico toscano a cui spetta il compito più difficile: gestirli al meglio.
L’edizione napoletana di Repubblica non esclude un cambio modulo per la trasferta di Palermo. L’allenatore azzurro vuole un Napoli più compatto in trasferta: “Sarri deve correre ai ripari e inizierà a farlo da oggi, quando il gruppo dovrebbe ritornare finalmente al completo. Ieri sono rientrati alla base Hamsik, Reina, Milik, Zielinski e Ghoulam, nelle prossime ore sarà il turno di Gabbiadini, Mertens, Rog e Hysaj. Si profila l’ipotesi di un leggero ritocco al modulo tattico, con i due esterni d’attacco un po’ più arretrati e il passaggio al 4-3-2-1, che renderebbe il Napoli meno sbilanciato e più compatto. Ma sarà fondamentale soprattutto il cambio di mentalità, per giocare anche in trasferta con lo stesso coraggio del San Paolo.”