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MILAN-NAPOLI 1-2, le pagelle: Insigne stile Del Piero al Bernabeu, Mertens illumina e poi spreca, giganteggia Albiol

Il Napoli torna a casa da San Siro con i 3 punti in tasca, battendo il Milan a domicilio per la terza volta nelle ultime quattro stagioni al termine di una gara di grande sofferenza illuminata da alcuni lampi geniali in campo aperto. Impossibile non accorgersi e non raccontare di un Napoli che ha scoperto anche un altro, nuovo, lato di sè.

Le pagelle:

Reina 6,5
Non è chiamato a grandi interventi, ma è perfetto nella gestione della gara, nei tempi delle uscite e nel supporto ai compagni nella sempre complessa questa sera gestione del possesso palla. Giusto è stato criticarlo di tanto in tanto per le prestazioni tra i pali, ma non si può negare che quando c’è bisogno di un leader, lui difficilmente si tira indietro.

Hysaj 6:
Bonaventura è indemoniato, lui fa quello che può pur non essendo al meglio. Gli danno nel finale una buona mano con sistematici raddoppi Rog o all’occorrenza Diawara.

Albiol 7,5:
Monumentale. Eroico. Semplicemente fantastico. Rimedia spesso agli errori dei compagni, non sbaglia un solo intervento ed è l’unico che riesce a mantenere sempre la lucidità per trovare il modo di uscire palla a terra con precisione.

Tonelli 7:
Il voto è simbolico. Per quello che gli chiederebbe teoricamente il calcio di Sarri il suo voto di stasera dovrebbe essere insufficiente. La sua prova va però valutata per quelle che sono le sue caratteristiche e le caratteristiche del Napoli visto in campo stasera. Se il Napoli deve necessariamente essere la squadra più sexy d’Europa, come scrisse mesi fa l’Equipe, lui allora non può nemmeno mettere un piede in campo. Se il Napoli però sa vincere anche come ha vinto stasera, allora lui diventa fondamentale, come lo è stato in diverse situazioni di uno contro uno e di duelli aerei, a dispetto della quantità industriale di passaggi pericolosamente sbagliati.

Strinic 6:
Da quella parte il Milan riesce a costruirsi un vantaggio tattico in alcuni tratti della gara che non può essere lui da solo a risolvere. Tenendo conto della complessità della situazione, la sua prova è sicuramente da ritenersi sufficiente.

Jorginho 5:
Gioca un’ottima mezzora, aggredendo alto Sosa e complicando così la manovra del Milan e propiziando in maniera ottima il recupero di Allan da cui nasce il gol di Insigne. Poi però una serie di errori macroscopici, tra cui spicca quello da cui nasce il 2-1, e sia a livello di scelte che di esecuzione un atteggiamento troppo didattico per una partita di questo tipo, per giunta sotto i colpi di un’aggressione serrata come quella che gli portavano costantemente Pasalic e Kucka.

(Diawara 7):
Sbaglia il primo pallone, poi un veterano di 19 anni si prende la Scala del Calcio con la solita quasi metafisica naturalezza.

Allan 6,5:
Alla fine molla, ma gioca un’ottima partita di grande corsa e sacrificio, nonchè di lucidità e precisione quando si tratta di ripartire.

(Rog sv)

Hamsik 6+:
Nella gestione complessiva della sua prestazione, non gioca una grandissima prova, con qualche lettura sbagliata di troppo. Ma quando le squadre si allungano allora esce il suo talento. Mette Mertens in porta con una giocata di classe superiore: lì il belga deve fare goal.

(Zielinski 6,5):
Entra molto bene in partita dando respiro a una squadra in apnea con un’ottima gestione dei palloni di cui entra in possesso.

Insigne 8:
Più che ‘Tarantella’, oggi è tarantolato! Prestazione da almanacco del calcio da tramandare ai posteri in stile Del Piero al Bernabeu. La qualità delle giocate l’abbiamo vista tutti, poniamo l’accento anche sull’abnegazione e la disponibilità al sacrificio dimostrate per tutti i 90 minuti in cui non si ferma per un solo istante. Magnifico.

Mertens 7:
Partita a due facce: per due volte sbaglia il colpo del KO, ma serve due assist geniali, fantastico il primo, che aprono all’impresa degli azzurri. Guadagna anche un calcio di rigore solare che solo Rocchi ed il suo assistente (inutile?) riescono a non vedere.

Callejòn 7:
Chirurgico il colpo dello 0-2, encomiabile il lavoro che fa per tutto l’arco dei 95 minuti di gioco. Strepitoso anche stasera.

 

Sarri 7,5:
Coerentemente con le riflessioni che in tanti (troppi?) facevano sulla salvaguardia del mero elemento estetico del bel gioco quando i risultati non arrivavano, oggi va segnalato come nelle ultime partite sul piano della prestazione non sia stato proprio lo stesso Napoli. Ma è davvero così importante? Da più di un mese tocca ripetutamente il tasto della mentalità scandendolo come una priorità nel processo di crescita di questa squadra e risultati si vedono: il Napoli oggi è un po’ meno alla Jorginho, è sempre più alla Tonelli. Con la qualità che c’è davanti, più Pavoletti e Milik da reinserire, la produzione offensiva sarà comunque sempre valida. In tutto il resto si doveva crescere, e si sta crescendo. Anche in maniera inedita. Anche esulando di tanto in tanto da ciò che qualcuno nei mesi ha battezzato come “Sarrismo”. Il gioco rimane la prima arma di questo Napoli e di certo non qualcosa da cui fuggire, ma alla fine conta il risultato e nel calcio si può e si deve saper vincere anche così.

di Andrea Falco