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Higuain: ‘Ho già giocato contro il Porto quando ero al Napoli: ci eliminarono, ma era l’Europa League’

Core n'grato - Dopo tre anni passati sotto l'ombra del Vesuvio, Gonzalo Higuain si è accasato alla Juventus. I bianconeri hanno pagato l'intera clausola prevista nel contratto.

Gonzalo Higuain, attaccante della Juventus, è stato intervistato dal quotidiano torinese La Stampa:

Porto? Ci ho giocato contro un paio di volte: con il Napoli, e ci eliminarono, ma era Europa League, e con il Madrid, ma non ricordo come finì. Bello stadio, bell’ambiente, con una squadra che gioca la Champions da sempre: forte e cattiva, sportivamente. Dobbiamo stare attenti.

Casillas? Qualche volta ci parliamo, l’altro giorno mi ha stuzzicato sui social, ma abbiamo un buon rapporto. E poi fa sempre piacere fare gol ai grandi portieri. Buffon? È uno che ha vinto tutto, eppure sia allena come fosse un bambino. E così Dani Alves e altri compagni: è quella fame che ti fa vincere, anche se l’hai già fatto. Non è facile”.

La cosa speciale della Juve?
“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta: non è una frasetta, ma l’esempio più chiaro dell’essenza di questa squadra. Arrivi in un modo, e non è che ti cambiano, ma cercano di migliorare il tuo punto debole. E poi ci sono tanti collaboratori, che non sbagliano mai, e tu devi solo preoccuparti di giocare: è una cosa fondamentale”.

Ora si sente juventino?
“Mi sento felicissimo, per l’affetto che mi danno i compagni, i tifosi, la società, la città: mi sento parte di loro. E ho capito di aver fatto la scelta giusta. A 29 anni ho trovato il punto di tranquillità mentale della mia vita, nel lavoro e fuori. Gioco in una squadra che lotterà per la Champions e ho trovato una città bellissima, nella quale mi piace da morire passeggiare”.

Il 4-2-3-1?
“Ci ho giocato per anni e ora il mister ha avuto il coraggio di cambiare, pensando di avere i giocatori adatti. Abbiamo un allenatore e la decisione spetta a lui: noi dobbiamo solo cercare di giocare nel migliore dei modi”.

Ha copiato i movimenti di Raul?
“Ho imparato da lui, certo, da Van Nistelrooy, Cassano, Ronaldo, anche se lo vidi per appena un paio di mesi. Quando hai 18-19 anni e puoi giocare con grandissimi campioni, è un gran privilegio. Guardare quel che fanno e sentire quel che dicono, serve. Il modello? Ronaldo, il brasiliano, è stato il più forte di tutti. L’unico di cui guardassi i video, ma non provavo a fare le stesse cose: era molto difficile”.

Di Dybala dicono che sarà il nuovo Messi: lei cosa ne pensa?
“Odio i paragoni, allora dico che Dybala deve diventare Dybala, uno che ha il potenziale per essere tra i migliori del mondo. Ma bisogna lasciarlo stare”.