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I possibili “benefici” dell’infortunio di Milik

Il rispetto per il dolore di Arek Milik, che è un grandissimo uomo oltre che un grande calciatore, mi ha fatto titubare molto sull’idea di pubblicare o meno il mio pensiero sul suo infortunio.

Ma il pessimismo esagerato (troppo spesso tipico del popolo partenopeo) che ha travolto in queste ore l’ambiente dei tifosi azzurri mi ha indotto a rendere noto che, dal mio punto di vista, questa nuova disavventura per il campione polacco potrà rivelarsi un bene per il Napoli.

Non ci sono dubbi sul fatto che lo scudetto per il Napoli può passare solo da una stagione da almeno 30 gol in campionato di Dries Mertens.

Ebbene, nonostante la media gol sia stata finora più che rispettata (con 6 reti in 6 partite), nella testa di Dries Mertens c’era sicuramente un problema che gli stessi tifosi faticavano a riconoscere (o facevano finta di non riconoscere): la totale assenza di serenità nell’animo del folletto belga.

I segnali di nervosismo in questo scorcio iniziale di stagione sono stati tanti ed inequivocabili: la polemica reazione al cambio contro il Nizza, le smorfie in panchina all’esordio in campionato contro il Verona, la non esultanza dopo il gol di Bologna, la malcelata insoddisfazione per la panchina in Champions League in Ucraina e, chissà, probabilmente anche contro il Feyenoord sarebbe potuta finire nello stesso modo!

Praticamente, per quanto lo stesso Mertens non poteva non capire (e non condividere) che non utilizzare Milik sarebbe stato delittuoso, ogni volta che l’attaccante polacco è entrato in campo al posto al suo, per lui sono state lacrime.

Questo nervosismo ha fatto sì che Dries in ogni partita abbia cercato di strafare (talvolta anche riuscendovi) per cercare di convincere l’allenatore che lui dal campo non sarebbe mai dovuto uscire.

Ma non è di certo questo l’atteggiamento giusto con il quale si può e si deve affrontare una stagione intera.

Ciò costituisce sicuramente il limite più grande di un giocatore che si è scoperto campionissimo a 30 anni compiuti e che quindi, in maniera umanamente comprensibile, non vuol sprecare più in panchina neanche un secondo della sua carriera.

Ad oggi, per Mertens la serenità è molto più importante del riposo.

Ebbene,

la questione è ormai risolta alla radice proprio dall’infortunio di Milik (del quale  -è bene sottolinearlo-  Mertens è stato il primo ad essere dispiaciutissimo… sincera è la sua immagine sconvolta con le mani fra i capelli appena resosi conto dell’accaduto).

L’infortunio risolve anche il problema che lo stesso Milik, all’interno dello spogliatoio, avrebbe inevitabilmente iniziato a creare, vedendosi dal suo punto di vista troppo spesso relegato in panchina a dispetto del suo ritrovato stato di forma (le prime parole in questo senso erano già iniziate a trapelare).

Ora, paradossalmente, l’effetto di una improvvisa e insperata serenità potrebbe dare al belga dei benefici ancora maggiori rispetto a una situazione di normalità fin dall’inizio. Potrebbe ripetersi quanto già visto lo scorso anno (sia allo stesso Mertens sia anche a Insigne, entrambi nati a nuova vita dopo il primo infortunio di Milik… proprio per la fine della concorrenza che fino a quel momento era stata freno per entrambi).

Non è azzardato prevedere valanghe di gol nei prossimi mesi dell’attaccante belga.

 

Toccherà naturalmente ora a Sarri studiare soluzioni su come far rifiatare Mertens. Non ci sono comunque dubbi che il Mister sarà maestro anche in questo.

 

Vittorio de Gaetano