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De Laurentiis: “Quando presi Sarri me ne dissero di tutti i colori”

“Noi non vogliamo svegliare il cane che dorme”. È un Aurelio De Laurentiis che, da primo in classifica, parla in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb, partendo dalla Juventus che, nonostante tutto, appare favorita in campionato. “Noi vogliamo che lo pensino, non li stuzzichiamo. Poi speriamo di mettere la freccia e cercare di allungare. Io voglio essere primo a fine marzo, ora non vuol dire nulla. Però il campionato è stato rivoluzionato ed è più divertente, ci sono cinque squadre molto forti, la Lazio se la gioca. Non bisogna disperare… anche se per i giornalisti basta una partita persa ed è un disastro, se ne vinci una parlano di campioni…”.

In undici anni, qual è è stata la soddisfazione più grande?
“Non siamo partiti solo dalla C1, bensì dai libri in tribunale per il fallimento fino ad arrivare, stabilmente, in Europa”.

Però lei è stato bravo a prendere Sarri.
“Mi hanno scritto, in tutta la città, cose terribili. Cento scalmanati delle curve avevano scritto sui muri che avevo sbagliato a prenderlo. È stato molto divertente, perché lui poi mi disse “Presidente, le prime sei sette partite io le perdo”. E io gli ho risposto, “Amore mio, qui è meglio che cominci a vincere qualche cosa, li vedi questi manifesti?”. E lì lui fu molto bravo, perché tolse l’idea del trequartista, visto che non gli avevo comprato Saponara, passando al 4-3-3. D’altronde aveva dei geni come Mertens, Insigne, Higuain, Callejon… come fai a giocare con quel modulo lì? Cambiò e le vinse una dietro l’altra, diventando fortissimo”.

Si può dire De Laurentiis come Berlusconi?
“Beh, no, lui ha giocato a calcio. Berlusconi ha fatto la velina, l’annunciatrice televisiva, l’allenatore, l’attaccante, ha giocato in difesa. Ha fatto di tutto e di più, senza parlare della politica. È unico”.

Ora c’è il sarrismo.
“Appena si scopre qualcuno che non gioca con il catenaccio ma che fa divertire, che in tre anni mette in piedi una certificabile situazione con calciatori che imparano a difendere, nonostante un modulo molto complicato considerata la linea molto alta e che quindi alle volte bisogna correre indietro… è difficile essere sempre ad attaccare, a tenere il pallone. La percentuale più alta, spesso, ce l’ha il Napoli. Però non mi pare che abbiamo preso così tanti gol quest’anno, facendone molti: 25 se non sbaglio”.

Su Roma-Napoli.
“Trovo che sia da temere l’allenatore, bravissimo, che ha trovato una linea molto convincente per la sua squadra. Non temo l’organico, è stata anche molto più forte nel passato, ma temo di più il tecnico. Il Sassuolo, da quando non c’è più lui, sta facendo meno bene, con tutto il rispetto di Bucchi. Di Francesco ha un suo perché, bisogna prendere con attenzione e maturità, questa gara. Chissà Sarri che tattica vorrà utilizzare”.

Mertens è stato inserito nella lista del Pallone d’Oro
“I soldi che gli danno gli altri glieli posso dare io e continuare. E poi giocare in altre sponde dove, improvvisamente, non si rende come in casa Napoli… non so quanto possa essere piacevole a fine carriera. Io preferisco fare come il madridista, come Cristiano Ronaldo, farebbe bene a cambiare? Noi non siamo il Real Madrid, ma forse per Mertens lo potremmo rappresentare”.

Lo porterebbe Chiesa a Napoli?
“Dunque, io l’ho chiesto ai fratelli Della Valle. Ma sono un po’ duri d’orecchie, poi l’ho chiesto a Corvino e mi ha detto di no. Se lo dovete vendere avvisatemi, almeno, tra amici”.