E’ tempo di bilanci ed il presidente della SSC Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi di Repubblica sollevando anche il tema rapporti-Juventus ed il mercato del Napoli:
“Juventus? Io non ho paura. Loro hanno dietro la famiglia più potente d’Italia da oltre 100 anni e un budget triplo, ma noi siamo Napoli, abbiamo un allenatore magnifico come Sarri e una squadra di valore, ce la possiamo fare. Anche se abbiamo contro tutti, non c’è un opinionista televisivo che sia identificato col Napoli, poi ce n’è uno che imperversa, è romanista ma alliscia sempre quelle del nord per ovvi motivi. Molti pensano che siamo una città e una squadra minore. Arrivasse lo scudetto, vorrei regalare ai napoletani un anno di festeggiamenti: se lo sarebbero guadagnato tutto“.
Anche se i tifosi la contestano per il mercato deludente?
“È stato un mercato da 10. Lo si definisce “di riparazione” perché serve a chi sta andando male, ma io cosa dovevo riparare, cosa si è scassato? Siamo primi, nel 2017 abbiamo totalizzato 99 punti, nel 2018 siamo partiti forte, Ghoulam e Milik stanno rientrando: di cosa avevamo bisogno? Verdi era un acquisto in prospettiva, perché può giocare nei tre ruoli d’attacco, ma alla fine non è voluto venire, non so ancora perché. Per Politano stavo per spendere 29 milioni che forse erano buttati, perché poteva giocare solo da esterno e se magari sbagliava le prime due partite, con Sarri era morto…”
Però stavate per acquistarlo, no?
La Juve è il Potere? “La Juve appartiene alla famiglia più importante d’Italia da oltre 100 anni, e il potere non è mica questione di soldi, ma di rapporti, che possono creare condizionamenti anche in modo silente, a tutti i livelli. Ricordo che hanno avuto in regalo 2/3 dello stadio, che ebbero circa 75 milioni per costruirlo, poi gli furono concessi ettari di terreni, va tutto bene per carità.
Ma io combatto da 7 anni per riavere finanziamenti che erogai al Comune di Napoli altrimenti non potevamo giocare al San Paolo. La Juve ha 3-400 dipendenti, noi una sessantina. Hanno il triplo del nostro budget, ma per ora ci stanno dietro. E a questo punto dico pure che sono un bravo imprenditore perché i nostri conti sono migliori dei loro: non abbiamo debiti con banche, con le quali abbiamo un rapporto unico in Europa, e il bilancio è ok”.