Napoli Ancelotti 4-3-3 – Negli ultimi anni, gli occhi del mondo intero hanno potuto guardare con ammirazione profonda lo spettacolo del gioco del Napoli. Ora che però il 4-3-3 del Napoli di SARRI è stato consegnato all’immortalità della storia del calcio, come cambierà il gioco degli azzurri con l’arrivo di ANCELOTTI? Fin dalla primissima intervista concessa dal nuovo tecnico l’indicazione è stata molto precisa: “È una squadra che ha fatto davvero bene negli ultimi due anni e voglio ripartire da lì”. Indicazione confermata dai primi allenamenti nel ritiro di Dimaro. Il primo Napoli di Ancelotti si è infatti schierato da subito con il 4-3-3. L’idea alla base di questa scelta non può che essere quella di non disperdere la più grande certezza che la squadra si è costruita nel ciclo precedente che, a dispetto della spettacolarità del gioco offensivo, è stata senz’altro la solidità dei meccanismi difensivi: la linea dei 4 difensori è stata infatti confermatissima in blocco: HYSAJ – ALBIOL – KOULIBALY – MARIO RUI (in attesa di GHOULAM). Sarà invece in fase offensiva che Ancelotti dovrà modificare qualcosa rispetto allo schema mantenuto negli ultimi anni. Riprodurre infatti il fraseggio maniacale del Napoli di Sarri sarebbe pressoché impossibile. I tifosi azzurri torneranno quindi a vedere movimenti e giocate a cui non erano più abituati: verticalizzazioni, cambi di gioco, lanci lunghi. Ed è questo il motivo per cui il più grande cambio tattico riguarda il ruolo di regista
. JORGINHO, tra i migliori in Europa per numero di palloni toccati e per numero di passaggi riusciti, è perfetto per il fraseggio orizzontale (non a caso Sarri ha insistito moltissimo per averlo con sé nella sua nuova squadra) ma sarebbe stato assolutamente inadatto alle nuove giocate richieste da Ancelotti. Giocate che il nuovo mister ha deciso di chiedere ad HAMSIK, del tutto nuovo per questo ruolo. L’intenzione di trasformare il capitano azzurro in un regista di alto livello è la prima grande missione che Ancelotti vuole compiere nel Napoli ed è stata sicuramente l’oggetto della famosa telefonata intercorsa tra i due appena dopo la manifestata voglia di andare via da parte del centrocampista slovacco. Non c’è dubbio che per Hamsik tale prospettiva sia stata fondamentale per la sua decisione di rimanere in azzurro. Marek Hamsik avrà sicuramente pensato che il capolavoro tattico forse più grande degli ultimi 20 anni è stata la trasformazione di Andrea Pirlo da un trequartista di buone prospettive a uno dei registi più grandi della storia del calcio mondiale. E si sarà senz’altro ricordato che il padre di questo capolavoro tattico è stato proprio Carletto Ancelotti. Molto probabilmente Hamsik non potrà mai raggiungere le vette toccate da Pirlo, così come non sarà mai tra i giocatori con il miglior ranking europeo per palloni toccati e per passaggi riusciti come è riuscito a Jorginho… ma, di sicuro, lancerà molto meglio gli attaccanti con verticalizzazioni e cambi di gioco potendo sfruttare la sua straordinaria visione di gioco. Ancelotti sta lavorando a questa sua missione fin dal primo giorno di ritiro. Per larghi tratti dell’allenamento non ha occhi che per lui, lasciando ai suoi collaboratori di campo, il ruolo di supervisionare il resto della squadra. Si può essere fiduciosi che la missione si compia (ad ogni buon conto, Ancelotti sta effettuando lo stesso lavoro anche su DIAWARA, cercando di costruirsi da subito un’alternativa più che valida per ogni evenienza).
Ci saranno poi altre differenze offensive rispetto al passato (che, come si vede, vengono di conseguenza a cascata una dopo l’altra). Quindi:
o Gli esterni di attacco giocheranno in modo molto più centrale, molto più vicini alla punta (trasformazione in verità intravista anche nell’ultimo anno del triennio di Sarri) a formare in fase di attacco un 4-3-2-1 (il tanto famoso modulo ad “Albero di Natale” con il quale Ancelotti ha costruito le fortune dell’ultimo grande Milan). Perfetti per giocare in questo ruolo sono INSIGNE e MERTENS, ma anche il neo-acquisto VERDI. Penalizzato potrebbe essere invece CALLEJON.
o L’accentramento degli esterni offensivi farà sì che gli esterni difensivi dovranno spingersi molto di più sul fondo potendo sfruttare gli spazi a loro disposizione. Ed è per questo che a Dimaro si stanno allenando moltissimo per i cross.
o I tanti cross dal fondo impongono che la punta centrale torni ad essere una punta di grande fisicità (dovrebbe essere pressoché impossibile tornare a vedere Mertens impiegato come “falso nueve”).
o I tanti palloni alti che arriveranno sulla trequarti avversaria, comporteranno un notevole aumento della percentuale di tiri in porta tentati dalla lunga distanza (nel Napoli di Sarri erano quasi assenti) e per questo a Dimaro molto spesso ci sono sessioni di allenamento molto lunghe su questo: non saranno chiamati solo gli attaccanti esterni (INSIGNE, MERTENS, VERDI) a provare questa soluzione ma anche i centrocampisti esterni (FABIAN RUIZ, ZIELINSKI) e lo stesso regista (HAMSIK, DIAWARA).
Molto probabilmente la più grande delle novità sarà la rotazione costante della rosa soprattutto nei 5 uomini centrali del 4-3-2-1. Ipotizzando con la rosa attuale che quei 5 titolari di ruolo possano essere ALLAN – HAMSIK – FABIAN – INSIGNE – MERTENS, probabilmente, fra i titolari effettivi, ci sarà quasi sempre, a rotazione, almeno un uomo diverso da questi 5 (scelto tra ROG – DIAWARA – ZIELINSKI – VERDI – CALLEJON/OUNAS). Il 4-3-3 di Sarri sarà qualcosa di irripetibile…ma le premesse perché il 4-3-3 di Ancelotti possa essere vincente ci sono tutte. Lo verificheremo ben presto.
Vittorio de Gaetano (@vdegaet)