Home » La storia del Mapei Stadium, il primo impianto di proprietà in Italia
News Sassuolo

La storia del Mapei Stadium, il primo impianto di proprietà in Italia

Mapei Stadium
Stadio giovane, passionale e moderno, il Mapei Stadium ospita le gare del Sassuolo dalla stagione 2013-2014 ma possiede una storia già incredibile

Sassuolo-Napoli dirà se gli azzurri, dopo la grande vittoria in Europa League contro il Salisburgo, otterranno un medesimo risultato anche in campionato dopo l’immeritata sconfitta contro la Juventus. Teatro della sfida sarà, ovviamente, il Mapei Stadium di Reggio Emilia, impianto recente e che per anni è stato (continuando a esserlo) all’avanguardia per ciò che concerne il panorama italiano. Stadio giovane, passionale e moderno, il Mapei Stadium ospita le gare del Sassuolo dalla stagione 2013-2014 ma le sue radici sono già considerare interessanti quanto importanti.

La storia del Mapei Stadium, dalla fondazione fino a oggi

Completato nel 1995 dopo i lavori iniziati un anno prima, il Mapei Stadium è chiaramente un impianto all’inglese, con tutti i settori dello stadio molto vicini al campo e differenze poco nette (a livello architettonico) tra curve e tribune. Garantendo visibilità immediata a ogni spettatore e una certa tipologia di comfort, il Mapei Stadium è risultato godibile sin dai suoi primi calci. Inizialmente conosciuto come stadio Giglio – e, in seguito, come Città del Tricolore – fu consegnato alla Reggiana (club che ne aveva strutturato i lavori) e fu inaugurato per una gara contro la Juventus, terminata 1-2. Nel 1996 anche la Nazionale esordì per la prima volta a Reggio Emilia, battendo con un secco 4-0 la Lituania, dando ancor più lustro a uno stadio che all’epoca appariva come avvenieristico. Dopo aver ospitato come stadio neutro alcuni spareggi di Serie B e Serie C, l’impianto incontra qualche difficoltà nel momento in cui la Reggiana fallisce: la Mirabello 2000, società proprietaria del campo, viene dichiarata insolvente e lo stadio viene dunque affidato a un curatore fallimentare, con l’asta che finisce inizialmente deserta.

Qualche anno dopo, tra il 2004 e il 2008, lo stadio è stato oggetto di vari lavori di riammodernamento, sia per la nascita di un centro commerciale in zona che per le nuove regole di sicurezza di questo tipo di strutture. Nel frattempo, nella stagione in cui ha ospitato le partite casalinghe del Carpi a causa dei lavori al Cabassi, lo stadio assume la seconda denominazione già citata precedentemente, nell’occasione particolare del Derby con la Reggiana (questo perché a Reggio Emilia si rivendica la nascita del tricolore italico). Il Tribunale di Reggio Emilia però, a causa di alcune dispute legali, lo rimette all’asta. L’impianto sembra non trovare pace, almeno fino al 2013.

Il ritorno ai fasti di un tempo

In quell’anno infatti lo stadio viene scelto per ospitare le partite di Serie A del Sassuolo, che dunque smette di condividere lo stadio Braglia con il Modena. L’impianto viene denominato Mapei Stadium, poiché la società del presidente neroverde Giorgio Squinzi vince in prima battuta l’acquisto dello stadio. L’arena calcistica vive dunque una seconda giovinezza: dopo alcuni lavori di riammodernamento, non solo ospita la finale della Champions League femminile nel 2015-2016 ma anche le partite casalinghe dell’Atalanta in Europa League nelle scorse due stagioni. Peraltro, il Mapei Stadium è stato il primo impianto italiano in cui si è sperimentata la Goal Line Technology, in occasione dell’amichevole Trofeo TIM. Inoltre, lo stadio ospiterà tra 99 giorni anche alcune partite dell’Europeo Under 21 che si disputerà quest’estate proprio in Italia. Il Mapei Stadium vanta attualmente quasi 22.000 posti ufficiali ed è, ancora oggi, uno degli impianti più moderni presenti nel Bel Paese, con ambizioni di polifunzionalità sempre crescenti. Un modello su cui basarsi per poter arrivare a un’eccellenza che in Italia, purtroppo, ancora manca.