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Roma, pesante botta e risposta tra Monchi e Pallotta

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Il Presidente della Roma James Pallotta ha risposto poco fa ad alcune dichiarazioni di Monchi, ex dirigente del club capitolino

Il Presidente della Roma James Pallotta ha risposto poco fa ad alcune dichiarazioni di Monchi, ex dirigente del club capitolino che è tornato a Siviglia dopo l’avventura – fallimentare – in Italia. Lo spagnolo, infatti, ha attaccato la dirigenza della Roma, con il patron americano che però ha subito affidato la sua replica ai canali ufficiali del club.

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Monchi, infatti, aveva esordito in conferenza stampa spiegando che a Roma si sentiva praticamente un estraneo: “E’ un giorno che ho sperato arrivasse il prima possibile e si sta compiendo. Ero un sevillista alla Roma lavorando 24 ore al giorno per un altro progetto, ora posso essere un sevillista al Siviglia lavorando 24 ore su 24 per questo progetto sportivo. Il Presidente voleva andare a destra, io a sinistra”, aveva spiegato.

La risposta di Pallotta, però, non si è fatta attendere: “Mi fa piacere sapere che Monchi non avrebbe mai voluto fallire a Roma, ma voglio fare chiarezza su alcune cose. Fin dal primo momento, sono stato molto chiaro sulla direzione che dovevamo intraprendere ed è questo il motivo per cui abbiamo speso tanti soldi per portare Monchi da noi. Ho da subito detto che avrei voluto allenatori di primo livello, preparatori di primo livello, staff medico di primo livello, addetti allo scouting di primo livello, assieme a un’organizzazione calcistica di primo livello. Ho consegnato a Monchi le chiavi per dar vita a tutto questo. Gli ho dato il pieno controllo per ingaggiare l’allenatore che voleva, per assumere i collaboratori tecnici e i preparatori, per gestire lo scouting e per acquistare i giocatori che preferiva. Guardando i risultati e le nostre prestazioni, è chiaro che questo non abbia funzionato. A novembre, quando la nostra stagione stava andando di male in peggio e tutti notavano come l’allenatore stesse faticando a ottenere una reazione dai calciatori, chiesi a Monchi un piano B da attuare nel caso in cui le cose fossero ulteriormente peggiorate. Pur essendo lui l’unico responsabile della parte sportiva alla Roma, non aveva un piano B. Questo accadeva a novembre: mi spiegò che il suo piano B era continuare con la stessa strategia, quella del piano A. Quindi, quando leggo o ascolto certe interviste radiofoniche, in cui sostiene che la proprietà stesse intraprendendo una direzione diversa dalla sua e che questo è il motivo per cui se n’è andato, mi chiedo: cosa avrebbe voluto fare Monchi di differente? Mi ha chiesto di fidarsi di lui e di lasciarlo fare a modo suo. Gli abbiamo dato il pieno controllo e ora siamo alle prese con più infortuni di quanti ne avessimo mai avuti e rischiamo di non riuscire a finire tra le prime tre per la prima volta dal 2014”.