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Addio di Lavezzi, De Nicola: “Arrivò cicciottello, andò via da campione” (Esclusiva)

De Nicola

LAVEZZI ADDIO DE NICOLA – L’annuncio dell’addio al calcio dato ieri da Ezequiel Lavezzi ha scatenato i commenti di chi ha percorso insieme al Pocho un pezzo di carriera. A svezzarlo nel calcio europeo è stato il dottor Alfonso De Nicola, ex medico sociale del Napoli. “Effettivamente – ricorda De Nicola a gonfialarete.com – quando arrivò era un po’ cicciottello. Gli piaceva mangiare molta carne e pesce. Lo mettemmo a dieta. I risultati si sono visti”. In un primo momento in molti lo considerarono, sbagliando, un oggetto misterioso. “Lo stesso Aurelio (De Laurentiis ndr) mi fece: ‘Ma che giocatore è questo?’. Per fortuna il Pocho si mise in luce già nelle amichevoli precampionato e fece ricredere tutti immediatamente”.

Un ragazzo straordinario

De Nicola conserva un ricordo ottimo di Lavezzi. “Un ragazzo straordinario – dice l’ex medico sociale del Napoli, che ha lavorato con l’argentino dal 2007 al 2012 – intelligente e generoso. Reja stravedeva per lui, mentre Mazzarri lo mise al centro del suo progetto con Cavani e Hamsik. L’attuale tecnico del Torino ripeteva agli altri calciatori: ‘Dovete giocare per loro’. Abbiamo trascorso insieme anni splendidi. Negli ultimi tempi ci siamo persi di vista, però ci lega ancora un grande affetto. Ha fatto bene a ritirarsi, con tutti quei soldi che ha guadagnato in Cina…”. Secondo De Nicola, uno dei pregi di Lavezzi è “la voglia di migliorarsi sempre. Ve lo ricordate quando arrivò a Napoli? Era un po’ selvaggio sia nei modi di fare sia a tavola. Ben presto, però, capì l’importanza di prendere cura del suo corpo. Adesso è un figurino”. L’ex medico sociale del Napoli, inoltre, sottolinea la grande professionalità con cui il Pocho affrontava il lavoro.

Voglia di migliorarsi

“Questa sua voglia di diventare un uomo e un calciatore migliore lo portava ad affinare la tecnica durante gli allenamenti – afferma De Nicola – inoltre, a parte una grande esplosività dal punto di vista fisico, aveva una soglia del dolore molto alta. Non voleva mai stare fuori per infortunio. Mi diceva: ‘Dottore, devo giocare. Mi faccia un antidolorifico, perché devo scendere in campo’. E così, a volte, ha giocato nonostante una costola incrinata o una spalla lussata”. La Coppa Italia del 2012 come regalo d’addio: “Serata emozionante. Gli sarò sempre grato. Merita tutte le fortune del mondo. Non ha mai dimenticato le sue origini, come dimostra il centro di accoglienza per bambini aperto nella sua città natale a Rosario”. Lavezzi andò via da Napoli nel 2012. Ascoltando e leggendo le parole di De Nicola, la nostalgia per il Pocho aumenterà ancora di più.