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Napoli, Tommasi: “Gli stipendi non possono essere trattenuti” (Esclusiva)

Damiano Tommasi

NAPOLI MULTE TOMMASI – Ieri c’è stato il primo faccia a faccia tra il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e i calciatori dopo l’ammutinamento, il procedimento aperto al Collegio Arbitrale e gli stipendi di ottobre non pagati ancora in attesa della risoluzione del contenzioso. Si è trattato di un riavvicinamento, però il patron ha confermato le multe e non ha ancora provveduto al pagamento delle ultime mensilità dalle quali il Napoli ha chiesto di trattenere il 50% per Allan e Insigne e il 25% per il restante della rosa a disposizione di Ancelotti.

Stipendi da pagare entro il 20 del mese successivo

I giocatori azzurri sono in contatto con Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori. “Sono venuto a conoscenza dell’incontro tra De Laurentiis e i giocatori del Napoli attraverso i media – dice Tommasi a gonfialarete.com – siamo in contatto con gli azzurri, anche se al momento nessuno di loro ci ha informati dei contenuti del faccia a faccia di ieri. Lo ritengo comunque un passo in avanti rispetto agli ultimi accadimenti”. Il Napoli, però, non ha ancora provveduto al pagamento degli stipendi di ottobre in attesa di conoscere il verdetto del Collegio Arbitrale che può confermare la linea adottata da De Laurentiis o smentirla. “Anche in presenza di una disputa tra un club e i tesserati – afferma Tommasi – gli stipendi vanno pagati. Le società hanno la facoltà di trattenere soltanto il 5% degli emolumenti. Per le richieste che superano tale soglia, bisogna rivolgersi al Collegio Arbitrale. In attesa del responso, però, gli stipendi vanno pagati”.

Il ritiro è obsoleto

Tommasi ricorda anche che “gli emolumenti vanno riconosciuti entro il giorno 20 del mese successivo. I controlli degli organi della Figc avvengono ogni tre mesi. Il prossimo sarà a febbraio. In molti aspettano questo termine per mettersi in regola con i pagamenti. Non è una scelta corretta”. Tornando al ritiro e alla scelta dei calciatori di interromperlo, Tommasi spiega che “è la dimostrazione che scelte del genere non pagano. Ormai obbligare i calciatori a stare in ritiro è un malcostume tutto italiano. All’estero i giocatori dormono insieme soltanto il giorno prima della partita sia in caso di gare casalinghe sia in presenza di trasferte”.

Un calcio al razzismo

Oltre al ritiro, l’Italia ha un altro malcostume da cui prendere le distanze. “L’Italia non è un Paese razzista – afferma Tommasi – il problema è che qui vivono ancora persone razziste. La questione non riguarda una nazione in sé, ma gli abitanti. Purtroppo noi qui abbiamo a che fare con persone di questo genere. La lettera di addio di Eniola Aluko, ormai ex calciatrice della Juventus femminile, ne è la dimostrazione. Bisogna lavorare tanto”. Come dovrà lavorare parecchio la Nazionale di Mancini ai prossimi Europei. “E’ una squadra di qualità – chiude Tommasi – la speranza è che possa ripercorrere le orme dell’Italia di Conte agli ultimi Europei e magari arrivare ancora più avanti dei quarti”.