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Napule è – Le canzoni del Napoli di gennaio 2020: dalle papere al veleno, un mese più rock che lento

SSC Napoli
Napule è, la rubrica calcistico-musicale abbinata al Napoli, a cadenza mensile ripercorre i risultati ottenuti dagli azzurri: ecco il resoconto di gennaio

Napule è, la rubrica calcistico-musicale abbinata al Napoli, a cadenza mensile ripercorre i risultati ottenuti dagli azzurri e i momenti più importanti vissuti dalla squadra partenopea. Il tutto a suon di note più o meno conosciute.

Il primo mese del 2020 in casa Napoli, volendo citare/parafrasare una massima di Adriano Celentano, è stato decisamente rock e poco lento. Va detto, però, che non tutto era iniziato per il verso giusto, anzi. Napoli-Inter, infatti, aveva testimoniato non soltanto un cattivo momento degli azzurri ma anche la tragica predispozione ai regali. La scivolata di Di Lorenzo in occasione del primo gol, l’errore di Meret sul secondo, la concessione gentile di Manolas sul terzo. Insomma, una vera e propria sfilata di papere che avrebbe fatto impallidire anche Paperissima e la sua storica quanto inflazionata sigla, adattata in italiano da Romina Power:

A tratti, ancora peggio era andata in Lazio-Napoli. Una partita giocata bene dagli azzurri ma persa a causa di uno scriteriato errore del portiere David Ospina. L’estremo difensore colombiano, forse troppo confidente dei suoi mezzi con i piedi (o semplicemente troppo indeciso nell’occasione) ha finito per regalare palla a Immobile, napoletano che nel Napoli non ha mai giocato ma che spesso ha deciso di punire con i suoi gol. Suvvia, Ciro, tu nun’nce pienze a stu dulore mio

Il primo segnale – seppur flebile – di ripresa era arrivato in Coppa Italia, durante Napoli-Perugia. Risultato finale di 2-0 ottenuto con due rigori segnati dal capitano Lorenzo Insigne e uno parato proprio da Ospina, riscattatosi prontamente dopo il clamoroso errore della partita precedente. Un Napoli che dunque prova a rialzare la testa, a piccoli passi, uno dopo l’altro. Step by step, come da omonimo pezzo dei The Alan Parsons Project.

Dopo la piccola illusione, però, una nuova doccia fredda. La gara casalinga contro la Fiorentina è incredibilmente mediocre. Il Napoli subisce, non crea molto e quando fa non è incisivo. Finisce con una vittoria ospita più che meritata. E certamente, al di là dello sforzo, in un’occasione come quella…Si può dare di più.

A questo punto, però, nel Napoli qualcosa cambia. Scatta la scintilla giusta, quella che arriva quando capisci – spalle al muro – che qualcosa bisogna inventarsi. La partita con la Lazio in Coppa Italia è un tripudio di emozioni. Dopo una rete bellissima di Insigne, il rigore sbagliato da un Immobile stavolta “generoso”, 4 legni totali e 2 espulsioni da dividere tra le squadre, gli azzurri eliminano i Campioni in carica e avanzano alle semifinali. Il Napoli è una squadra ancora malata ma Gattuso è stato accontentato: voleva il veleno, l’ha avuto.

La prova del 9 per il Napoli arriva contro la squadra più attesa, temuta, sportivamente odiata. La Juventus pluriCampione d’Italia questa volta non vanta soltanto un “traditore” ma due: a Higuain infatti si aggiunge Maurizio Sarri, subissato di fischi durante la lettura delle formazioni dallo stadio San Paolo. Giocando una partita quasi perfetta il Napoli batte i bianconeri e ritrova la vittoria casalinga in Serie A dopo svariati mesi. E il Napoli si prende una rivincita dopo aver letto sui giornali che Sarri, il Comandante, aveva firmato per la squadra sempre combattuta. Ma ciò che arriva poi torna sempre indietro, a quanto pare.

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Claudio Agave

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