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Luis Olivera: “Spero nel Cagliari in Europa! Crisi Napoli? Con Gattuso non è cambiato molto. Vi racconto un aneddoto su Mazzone” [ESCLUSIVA]

Luis Olivera
ESCLUSIVA - Luis Olivera parla con noi del momento del Cagliari, della crisi del Napoli, delle speranze del Belgio e di Carlo Mazzone

Domani pomeriggio Cagliari-Napoli può rappresentare un importante viatico europeo per gli azzurri, contro una squadra assoltamente da non sottovalutare e che, di fatto, lotta per gli stessi obiettivi del Napoli. Un match da sempre sentito quello tra isolani e partenopei, di cui abbiamo parlato con un grande ex del club sardo. In esclusiva per la nostra redazione, infatti, l’ex attaccante Luis Olivera ha discusso del Cagliari attuale, raccontando anche qualche aneddoto del passato (specie sul rapporto con Carlo Mazzone) e parlando della crisi del Napoli.

ESCLUSIVA – Luis Olivera su Cagliari, Napoli, Mazzone e Belgio

Lei ha giocato per anni nel Cagliari: cosa pensa dello status attuale del club?

“Il progetto del Cagliari è molto importante. Il Presidente è stato chiaro con la stampa e con la tifoseria. Si tratta di qualcosa di serio, non riguarda solo lo stadio ma anche la costruzione di una squadra competitiva per dare soddisfazione ai tifosi. Per ora sta mantenendo la parola, la squadra sta facendo bene al di là d qualche errore tecnico di specifici giocatori o di maturità. Negli ultimi match il Cagliari ha perso punti molto pesanti. Penso alla gara contro il Lecce o alla sconfitta contro la Lazio. La squadra ha accusato il colpo a livello mentale, pure contro il Parma si è lasciata sfuggire 3 punti preziosi.

Ora sarà tutto più difficile perché, dopo gli sprechi commessi, le altre squadre – tra cui Napoli e Milan – si sono riprese. Diventa più complicato ma spero sinceramente che questo possa essere l’anno buono per un piazzamento in Europa. Recentemente è arrivato un buon pari contro l’Inter, ora però serve una vittoria”.

Cosa ricorda della sua esperienza con la maglia dei sardi?

“A Cagliari ho vissuto momenti belli e meno belli. Quando sono arrivato, nel 1992, in Italia c’erano tantissimi campioni. Il Milan aveva i vari Van Basten, Gullit, Maldini, Baresi, anche Roma e Juventus avevano tantissimi campioni. Ho trovato poi un sergente di ferro come Carlo Mazzone, che soprattutto nei primi tempi polemizzava con me: non amava il mio look e il fatto che portassi l’orecchino. Una volta me lo fece togliere e giocai malissimo, quindi gli dissi che non me lo sarei più tolto! Mi sono guadagnato la sua fiducia a suon di gol. Spesso mi inseriva negli ultimi minuti e io alla fine segnavo sempre, quindi poi iniziò a farmi giocare titolare e io ho fatto il salto di qualità.

Molti giocatori mi hanno aiutato tantissimo. In particolare Matteoli mi aiutava, dopo l’allenamento, a esaltare le mie caratteristiche migliori, che erano dribbling e velocità. Ovviamente Mazzone cercava sempre di mettere il punto e far capire che comandava lui. Una volta un noto marchio di abbigliamento sportivo mi diede delle scarpe fluorescenti, io le provai in allenamento. A fine sessione il mister mi venne vicino, pensavo volesse parlarmi della seduta. Invece venne a lamentarsi delle scarpe!”.

Luis Olivera
Luis Olivera in contrasto con Nakata durante una gara tra Cagliari e Perugia

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La crisi azzurra e le speranze del Belgio

Che idea si è fatto della crisi del Napoli?

“Sicuramente è successo qualcosa di molto grave negli spogliatoio tra squadra, allenatore e società. Non è possibile che un allenatore come Ancelotti, che ha vinto ovunque sia andato, abbia fatto male in azzurro. Quello che è successo con la questione ritiro ha innescato la crisi. Anche con l’arrivo di Gattuso non è che le cose siano cambiate più di tanto. C’è stata qualche buona prestzione ma c’è ancora molto da aggiustare”.

Quest’estate c’è l’Europeo: come vede il Belgio, di cui lei ha fatto parte?

“Credo sia una delle squadre favorite per l’Europeo e il Mondiale. Ormai ha trovato una sistemazione seria nel calcio internazionale. All’ultimo Mondiale hanno fatto bene, ci vanno sempre vicini vicini senza però vincere qualcosa. Spero che il più presto possibile possano gioire con qualcosa di importante, il Paese lo merita”.

Claudio Agave

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