La Gazzetta dello sport incontra il play Pasquale Schiattarella, classe ’87; il centrocampista napoletano racconta di un campionato nato male, con l’infortunio al ginocchio e due mesi di stop forzato. Poi il rientro, il suo contributo prezioso alla causa sannita e questo nuovo stop, duro come il cemento, per questo Benevento lanciatissimo verso la promozione. E poi Morosini, Semplici, il Napoli…
Benevento, Schiattarella: “La serie A è nostra. Ci sentiamo invincibili”
“Non avevo fatto la preparazione con la Spal e al Benevento non potevo dire no, Mi sono fatto male dopo la prima partita, quando sono rientrato abbiamo fatto un campionato fantastico. E adesso vedere tutto in discussione è triste, nessuno può levare la serie A a chi ha 23 punti di vantaggio”, afferma Schiattarella. “Mi auguro si riparta”, altrimenti “promozioni e retrocessioni vanno stabilite, per tanti motivi… cose che pesano. Impensabile l’annullamento dei campionati. Ripartire è un traino per tutti”. Sarebbe la terza promozione (dopo Livorno e Spal, ndr): “A febbraio eravamo sicuri di farcela, ci sentivamo invincibili”. Schiattarella fu il primo a soccorrere Morosini in campo a Pescara, prima della tragica scomparsa: “Una scena che ho negli occhi tutti i giorni, quando gioco e sono stanco faccio uno scatto in più per lui. Avrei voluto smettere, stavo male, ma la mia famiglia mi ha dato la forza per continuare. Una forza che mi ha mandato in A”. Alla Spal il gol alla squadra del cuore: “Il mio unico gol in A, al Napoli, la mia squadra del cuore. Se gioco al sabato, alla domenica parto con mia moglie e andiamo a vederlo in trasferta oppure ci ritroviamo a casa con suoceri genitori. Una fede”.
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