Home » Partizan Belgrado, il DG si difende: ‘Derby? Abbiamo rispettato le norme! Le foto enfatizzano e gira una fake news…’ (ESCLUSIVA)
Interviste

Partizan Belgrado, il DG si difende: ‘Derby? Abbiamo rispettato le norme! Le foto enfatizzano e gira una fake news…’ (ESCLUSIVA)

PARTIZAN DERBY BELGRADO – Mercoledì si è giocata in Serbia l’ennesimo capitolo dell’eterno derby di Belgrado tra Partizan e Stella Rossa. A trionfare, 1-0 il punteggio e dell’ex Roma e Bologna Sadiq l’assist del gol vittoria, è stato il Partizan, che si così conquistato l’accesso alla finale di Coppa di Serbia. Se è questa partita è destinata a entrare nella storia dei derby però, non è per quanto avvenuto sul campo, ma per ciò che è successo attorno.

Le immagini dello stadio infatti, da subito fanno il giro del mondo: porte aperte, tifosi ammassati, norme di sicurezza apparentemente non rispettate e paragoni con Atalanta-Valencia e Liverpool-Atletico Madrid che si sprecano.

Per conoscere la posizione del club che ha ospitato la gara, ossia il Partizan, abbiamo intervistato in esclusiva per “Si Gonfia la Rete” il direttore generale del club Miloš Vazura. 

Direttore, innanzitutto complimenti per la vittoria e in bocca al lupo per la finale di Coppa che dovrete disputare tra dieci giorni. 

É stato strano ritrovare il calcio, in questo modo così intenso, dopo aver vissuto anche voi in Serbia il lockdown?

“Ciò che certamente non è strano, è che il calcio sia ripartito. Non vedevamo l’ora che il campionato riprendesse e tornassimo finalmente ai nostri impegni sportivi. Abbiamo lavorato con personale e capacità ridotta durante il picco della pandemia, e mi riferisco ai servizi finanziari e al settore amministrativo, ma il Partizan è veramente il Partizan solo quando ha il suo pubblico allo stadio. Quanto ci mancasse il calcio lo si è potuto vedere già dalla gioia che abbiamo provato entrando per la prima volta allo stadio di Humska per le partite di allenamento in cui avevamo già potuto avvertire l’entusiasmo della gente. Non vediamo l’ora di continuare la stagione, soprattutto perché adesso il Partizan è in finale di Coppa di Serbia, dove affronterà il Vojvodina, e soprattutto dopo aver eliminato il nostro più grande rivale, la Stella Rossa”.

Le immagini dallo stadio hanno fatto però il giro del mondo, sollevando tante polemiche. Pensa che la sicurezza dei tifosi sia stata garantita o forse si sarebbe dovuta prendere qualche misura di maggior restrizione?

“Innanzitutto, bisogna sottolineare che c’erano 15.600 persone allo stadio, non 25.000 come è stato scritto in tutto il mondo. Approfitto di questa possibilità per rettificare questa notizia. La capienza dello stadio è stata quindi ridotta di 1/3, come richiesto dalle norme vigenti. Guardando le foto, la situazione sembra peggiore di quanto non fosse davvero. Noi abbiamo la coscienza a posto perché abbiamo agito in base alle regole che avevamo.

Sottolineo inoltre che, eccezion fatta per la partita di Coppa, non organizzeremo conferenze stampa, ma tutta la comunicazione sarà tutta registrata e pubblicata online. In occasione della conferenza a margine del derby, i giornalisti che erano al chiuso nella sala stampa erano tutti distanziati e indossavano regolarmente le mascherine. Fino alla fine della stagione non ci saranno altre conferenze e nemmeno mixed zone, e i giornalisti dovranno avere le mascherine anche in tribuna stampa, pur ritrovandosi all’aperto e a distanza di sicurezza. Ridurremo la capacità dello stadio anche per le prossime partite in cui giocheremo in casa e ancora una volta forniremo ai tifosi tutte le informazioni del caso e le misure di sicurezza che devono rispettare allo stadio. Ai giocatori viene misurata la temperatura di continuo e hanno fatto due cicli di tamponi. Continueremo a seguire tutte le norme in vigore”.

E lei che idea ha in merito all’opportunità di giocare a porte aperte?

“La Serbia si è comportata in modo molto responsabile e consapevole rispetto alla pandemia: lo dice il numero esiguo di persone infette nel nostro paese rispetto rispetto ai numeri del resto d’Europa (solo 252 decessi, NDR), e ancora oggi il pubblico è ben informato sul corso della pandemia, anche se il grosso delle misure di emergenza nel nostro paese è stato recentemente archiviato. Ciò non significa che la Serbia non abbia paura, ma s’intende che le istituzioni hanno fatto bene il proprio lavoro, che le persone hanno fiducia e che adottano responsabilmente le misure di protezione rimaste in vigore. Ogni paese è diverso e ha vissuto in modo diverso la pandemia. Pertanto, ogni paese dovrebbe attenersi alle decisioni del proprio governo e alla consulenza dei propri medici”.

Il derby di Belgrado dunque non avrà l’effetto di una nuova Atalanta-Valencia?

“Ribadisco che il Partizan ha ridotto la capacità dello stadio, riempiendolo per 15.600 unità, che è 1/3 della capienza totale, e quindi quanto consentito dalle normative vigenti, le quali, dunque, sono state rispettate. Se poi ciò che far discutere è la distanza specifica tra i tifosi, è noto che quando si giocano grandi partite come il derby, l’adrenalina è alta ed è molto difficile da contenere, perché c’è passione, partecipazione e celebrazione di un momento di festa. Difficile controllare ciò.

Come ho detto, ogni paese e ogni campo professionale ha le sue regole. Man mano che il numero di malati e infetti diminuisce, è giusto ridurre anche la pressione delle misure restrittive. All’inizio non avevamo pubblico, poi abbiamo potuto ospitare solo 1.000 tifosi e adesso possiamo ospitare il corrispettivo di un terzo della capienza. Il ritorno è stato graduale. Tutti hanno bisogno di lavorare e nel calcio lavorano tantissime persone. Rispettando le regole, certo, ma provando a poco a poco a riportare la situazione alla normalità”.

Chiudiamo allora con una domanda di calciomercato, direttore. Sappiamo che c’erano molti scout a seguire la partita, si dice anche del Milan. C’è qualche talento nel Partizan di oggi che merita la Serie A?

“Le relazioni di un gran numero di scout e della stampa internazionale dicono che il Partizan sforna da sempre giocatori interessanti e non solo per la Serie A, ma per tutta Europa. Un nostro ragazzo, Strahinja Pavlovic, come saprete ha firmato a gennaio per il Monaco. Tutti i media stranieri in questi giorni scrivono invece di Umar Sadiq, che voi conoscete molto bene per il suo passato alla Roma e che sta disputando una grande stagione; c’è molto interesse anche attorno a Sejduba Suma, e al giovane Filip Stevanovic… Non bisogna dimenticare che il Partizan ha un’accademia giovanile che è la seconda migliore in Europa in quanto a produzione di talenti. Sono molto contento che dopo questo periodo così duro stia ripartendo anche il calciomercato”.

Intervista e traduzioni a cura di Andrea Falco