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Coronavirus, Sileri: “Non sono molto d’accordo con il nuovo Dpcm. Chiusure di regioni o città se virus aumenta”

sileri

“Io ho sempre pensato che laddove c’è un protocollo e dove il protocollo viene rispettato con rigore e severità il rischio contagio è sicuramente molto basso – ha detto Sileri a Radio 24 -, su queste misure io non ero pienamente d’accordo, non sono, a dire il vero, pienamente d’accordo”.

Coronavirus, Sileri: “Non sono molto d’accordo con il nuovo Dpcm. Chiusure di regioni o città se virus aumenta”

Il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri a 24Mattino, su Radio 24: “Se il virus dovesse circolare di più andranno declinate azioni a livello locale, anche chiusure di una città o di una regione, per prendere fiato e poi ripartire spiegando che “non ci troviamo nella situazione di marzo, quando ci fu un boom di contagi in pochissimi giorni, di impegno delle terapie intensive, ospedali sovraccarichi, persone che non riuscivano a fare il tampone. Ma è possibile che in alcune aree del Paese possa accadere. Al momento non è in previsione un altro Dpcm, ma continua l’azione di monitoraggio: sono state fatte critiche per due Dpcm ravvicinati, ma i numeri sono quasi raddoppiati da una settimana all’altra, con alcune aree del Paese nelle quali è oggettivo il sovraccarico dei servizi, quindi era necessario procedere a un atto per proteggere il Servizio sanitario e le nostre strutture”. Sui dati a supporto della decisione politica di chiudere palestre e piscine, Sileri immagina che “siano in possesso del Comitato tecnico scientifico ma io non li ho visti. I dati vengono presentati tra il giovedì e il venerdì ma l’analisi accurata delle varie attività divisa per settore immagino sia in seno al Cts, io ricevo delle analisi generali. Al Cts e all’Istituto Superiore di Sanità arrivano i dati prodotti dalle Regioni, immagino abbiano tutte le attività di contatc tracing che consentano di capire dov’è l’origine del contagio e stabilire i rischi stimati”.

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