“Questo giochino scudetto-non scudetto non mi piace. Calma. Siamo una squadra giovane che va tenuta sul pezzo. Se sbagliamo, io ci metto la faccia. Sono soddisfatto di quello che stiamo facendo, ma l’andazzo che sto sentendo a Napoli non mi piace, troppe polemiche, troppi maestri. Prima mi rompevate sul modulo, ognuno deve fare il suo, se sbaglio me ne vado a casa e ne pago le conseguenze”: è il telegramma che Rino Gattuso lancia al resto delle duellanti per lo scudetto senza dimenticare di fare il pompiere di un ambiente che dopo una serie di vittorie (obtorto collo a una sconfitta bruciante sul campo contro il Sassuolo e una che mortifica, perché non giocata a Torino contro la Juve) si lascia andare a qualche facile entusiasmo e al contempo cade in un disfattismo clamoroso.
Focus – “Questo giochino non mi piace”. Gattuso fa il pompiere, ma questo Napoli può lottare per il titolo?
Gli attuali 14 punti in classifica non rendono giustizia al grande lavoro che sta svolgendo l’allenatore. I provvedimenti del Giudice sportivo (e poi della Corte Federale), hanno condannato (due volte) il Napoli alla sconfitta a tavolino, per non essersi presentato all’Allianz Stadium per sfidare l’embrionale Juventus di Pirlo, e a subire anche la penalizzazione di un punto. Insomma, un vero e proprio disastro, che non ha influito più di tanto sulla mente dei giocatori, ma sicuramente li ha mortificati, in primis Gattuso stesso. Bisogna crederci, perché il Napoli le potenzialità per entrare nel lotto delle pretendenti al titolo le ha. Si potrebbe obiettare, certo: siamo appena alla settima giornata, il cammino è ancora tanto lungo. Tutto giusto, ma l’avvio di stagione ha evidenziato le qualità di questa squadra che Ringhio ha saputo impostare con oculatezza, modellandola in uno schema spesso bimodulare, che sarà il suo punto di forza per l’intera stagione, probabilmente. Chi conosce bene Gattuso giura che il tecnico è ancora più motivato. Dopo aver ereditato una patata bollente, nel quale ha pagato lo scotto di un ambiente e una squadra quasi rassegnata, è caricato a pallettoni. C’è grande attenzione mediatica, però Rino è un esperto di comunicazione d’altissimo livello e fa muso duro alle critiche inutili e agli umori altalenanti, spegnendo le pressioni (e le ossessioni), passando la palla al campo. Sì, perché il Napoli ha verificato sul campo la propria forza. È una presa d’atto. Un atto di forza che non ammette distrazioni.
di Andrea Fiorentino
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