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Hellas Verona, Juric: “Gasp mi ha insegnato tutto. Giocheremo una gara tosta. Maradona? Il mio primo idolo”

Juric

“Gasperini mi ha insegnato tutto, ha portato l’Atalanta ad una dimensione fantastica. Dopo la sconfitta col Liverpool ho sentito commenti vergognosi da parte di ex calciatori, invece è andato a Liverpool a vincere due a zero, con lo stesso modulo dell’andata. Ha creato un mostro. A Verona non ci sono le condizioni per pensare di diventare come l’Atalanta, e non possiamo nemmeno pensare di diventare più forti dello scorso anno: quando trovi giocatori affidabili non è facile sostituirli, non ci sono paragoni, la vedo difficile”. Con queste parole, Ivan Juric parla del suo mentore e della difficile gara di domani contro gli orobici.

Hellas Verona, Juric: “Gasp mi ha insegnato tutto. Giocheremo una gara tosta. Maradona? Il mio primo idolo”

“Il merito più grande di Gasp è che non sono mai andati via i giocatori più forti, solo giocatori che potevano essere sostituiti. Con Kumbulla non penso di aver fatto un lavoro spettacolare: gli ho detto cinque cose, abbiamo lavorato bene, ma penso ad esempio di aver fatto meglio con Empereur. Marash è andato da solo. Le prime due partite fatte a livelli alti quest’anno sono le ultime due che abbiamo perso. A Cagliari l’abbiamo gestita nel modo giusto, per questo mi dispiace che non siamo passati. Non abbiamo fatto giocare chi aveva giocato la partita precedente, abbiamo gestito alcuni elementi, abbiamo dato i minuti giusti a Veloso e Faraoni. Domani arriveremo con giocatori che stanno bene: Barak, Zaccagni, Tameze. Io non ho mai allenato Benassi, penso un giorno. Ha questo problema al polpaccio e non riesce ad uscirne, in questo momento la situazione è questa. Non ho avuto questi casi nella mia storia calcistica, per cui è meglio parli il dottore. Oggi è una giornata importante: vediamo se Lovato e Favilli riescono ad allenarsi con noi e se sono convocabili. Abbiamo perso per questa partita, penso, Magnani”. Su Pessina. “Non mi voglio togliere meriti: ho fatto un bel lavoro, sicuramente il tuo modo di allenare va bene per loro, però sono intellettualmente fortissimi. Basta dire due cose, non devi spendere molto tempo. Specialmente a livello emotivo, gli dici una cosa e loro la fanno. Hanno una predisposizione per il lavoro fantastica. A Matteo abbiamo dato consapevolezza, è stato un passo fatto bene per l’Atalanta e per Pessina: si sono ritrovati senza spendere praticamente niente un giocatore che ha fatto partite importanti. Sono felice per Matteo, mentalmente mi era molto vicino. Salcedo? Volevo aprire un progetto e non l’abbiamo aperto. Non è mai tardi, perché io sto da Dio qua, abbiamo migliorato molte cose a livello organizzativo. Se riusciamo a partire allora sarebbe bello stare qui più a lungo possibile. Vedere Salcedo fare una partita come l’altra sera sono grandi gioie per un allenatore, ma mi piacerebbe anche fossero giocatori nostri, non in prestito. Allora parliamo di progetto, altrimenti parliamo di un altro anno in cui dobbiamo salvarci. Kalinic? È un infortunio muscolare minimo, dovrebbe saltare questa e le prossime due, se tutto va bene.” Infine un ricordo di Maradona. “Diego è stato il mio primo idolo, quello di cui ti innamori da bambino. Una grande tristezza. Nessuno, a livello di calcio, mi ha regalato certe emozioni. È stata devastante la notizia della sua scomparsa, come se avessi perso un padre o un fratello”, conclude l’allenatore scaligero.

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