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Inter, comincia l’era Inzaghi: “Questa è una grande sfida, vogliamo mantenere lo scudetto.” Marotta: “Scenario inquietante, ma cerchiamo continuità”

Simone Inzaghi

In casa nerazzurra comincia ufficialmente l’avventura di Simone Inzaghi in qualità di tecnico dell’Inter. L’ex guida laziale si presenta con il solito aplomb, giacca e cravatta e sorrisi. Sa bene che questo a Milano è un bel banco di prova dopo l’esperienza (ventennale, 22 per essere precisi, in campo e in panchina) capitolina, una storia chiusa un po’ male con la Lazio, dopo aver coltivato l’idea di un rinnovo l’invito (irrinunciabile) del club meneghino, che ha rappresentato per il tecnico piacentino il vero salto di qualità. Il compito non sarà facile, l’Inter è campione d’Italia con Antonio Conte. Ora comincia una nuova era, l’era Inzaghi.

Inter, comincia l’era Inzaghi: “Questa è una grande sfida, vogliamo mantenere lo scudetto.” Marotta: “Scenario inquietante, ma cerchiamo continuità”

“C’è grande entusiasmo e ho grandi motivazioni per questa nuova avventura – ha spiegato il nuovo tecnico nerazzurro -. Sarà una grande sfida, vogliamo difendere lo scudetto e fare meglio in Champions”. “La cessione di Hakimi (al PSG, ufficializzata ieri, ndr) era preventivata, ma il club mi ha promesso una squadra forte”. Grandissimo entusiasmo, come le sue ambizioni: “Mi hanno subito convinto. Ho trovato delle persone all’Inter che hanno fatto capire di volermi a tutti i costi. Ho accettato questa nuova sfida, stimolante. So che ci saranno delle difficoltà perché avremo lo scudetto da difendere e tante squadre di fronte pronte a lottare. Colgo l’occasione per fare i complimenti alla società e a Conte per aver raggiunto questo scudetto atteso da tanto tempo. Dovrò dare continuità al lavoro di Antonio”. Lukaku ed Eriksen. “Romelu l’ho sentito diverse volte. Ora era deluso per l’eliminazione col Belgio agli Europei. Lui è un giocatore importantissimo, una garanzia. L’ha dimostrato sul campo. Ma sono una garanzia anche i compagni per Lukaku, che in questi due anni è stato sempre assecondato dal loro lavoro. A Christian ho parlato prima dell’Europeo. Dopo non l’ho ancora sentito. Mi è spiaciuto perché contavo molto su di lui. La società gli ha messo a disposizione tutto quello di cui ha bisogno. Ora deve stare tranquillo e prendersi il suo tempo. Io lo aspetterò a braccia aperte. Nel frattempo la società è stata brava a cogliere l’occasione Çalhanoğlu”. Il passato laziale. “Nella vita si fanno delle scelte. Ringrazierò sempre Lotito per l’occasione che mi ha dato: è un ottimo presidente con grandi idee. Secondo me si era chiuso un ciclo. C’era stata l’occasione per mandarlo avanti, ma poi dopo l’incontro mi ero preso del tempo per decidere. Al mattino poi ho deciso di cambiare e ho subito avvertito Lotito in maniera corretta. Sono stati 22 anni molto intensi e importanti alla Lazio. Ho ringraziato tutti. Alla Lazio sono stato molto bene e ho avuto la fortuna di vincere da giocatore, da allenatore delle giovanili e da allenatore della prima squadra. Ora però è arrivato il momento di cambiare e la determinazione dell’Inter mi ha convinto”.

Parola a Marotta – “È un momento difficile, di post-pandemia. Il mondo del calcio è alla ricerca di un modello che dia sostenibilità e continuità. Di certo l’Inter vuole continuare sulla falsariga della propria storia, centrare il più possibile gli obiettivi, ma nel rispetto degli equilibri economici e patrimoniali del club. Compito del management è allestire una squadra più competitiva possibile nel rispetto di questi equilibri. Siamo di fronte a uno scenario inquietante che ci riserverà ancora spiacevoli situazioni. La proprietà ha profuso 700 milioni di euro per dare continuità, inspiegabile richiedere ulteriori innesti finanziari. Non sempre vale l’equazione che chi più spende vince”. Così Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, intervenendo alla conferenza di presentazione del nuovo allenatore Simone Inzaghi.

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