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Tacconi: “A Maradona dissi che non doveva sentirsi Dio. Ospina o Meret? Io punto sempre sui giovani””

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Tacconi: "A Maradona dissi che non doveva sentirsi Dio. Ospina o Meret? Io punto sempre sui giovani". Le parole dell'ex portiere

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Marte Sport Live” è intervenuto Stefano Tacconi, ex calciatore.

Tacconi: “A Maradona dissi che non doveva sentirsi Dio. Ospina o Meret? Io punto sempre sui giovani”

“Ospina può avere problemi? Io meno mi allenavo e meglio andavo, tanto il portiere non deve correre. Io stavo talmente tanto fuori dal gioco che non me ne fregava niente, ho cominciato alla fine a giocare un po’ con i piedi ma il calcio di oggi è molto diverso. Il portiere deve solo pensare agli affari suoi. Napoli-Juventus sottotono? Non direi, la Juve peraltro deve stare attenta anche se Allegri ci ha abituato a queste partenze, anni fa vinse il campionato dopo esser stato a -15. Non bisogna mai darsi per persi, poi il campionato andrà avanti e dopo Natale vedremo come sarà la situazione.

Gerarchia o alternanza dei portieri? Con me non giocava nessuno, solo io, anche le amichevoli. Oggi il calcio è diverso, ci sono 3-4 portieri che non vanno sottovalutati per quanto riguarda lo spogliatoio. L’allenatore dev’essere bravo a fare spogliatoio e cercare di non rovinarlo. Ospina o Meret? Io punto sempre sui giovani, Meret è un buon portiere ed è giusto che abbia la possibilità di emergere e farsi vedere. Ospina ha esperienza ed è un buon portiere, l’allenatore ha mani buone sotto questo punto.

Szczesny? Un portiere psicologicamente va a seconda di come va la squadra, se la squadra non gira non gira nemmeno il portiere. La partita di domani è imprevedibile, ovviamente il Napoli è avvantaggiato perché gioca in casa. Maradona? Abbiamo fatto tante battaglie, gliene ho dette anche troppe. Una volta gli dissi tramite giornali che non si doveva sentire Dio e lì mi sono beccato un po’ di offese quando sono arrivato ma era il mio modo di caricarmi. Io doveva venire a Napoli per 2 volte, la prima dopo l’Avellino e poi l’altra quando ero fuori dalla Juventus, Moggi mi chiamava spesso offrendomi pure il doppio dell’ingaggio. Ma io sono testone: sono rimasto, ho continuato a giocare e ho vinto”.

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Claudio Agave

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