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Plusvalenze Napoli, l’esperto: “Difficile che possa esserci una condanna, ecco perché”

De Laurentiis

PLUSVALENZE NAPOLI – Oggi si svolgerà la prima udienza davanti al Tribunale Federale per il caso delle plusvalenze che coinvolge 11 club tra i quali il Napoli. Juventus, Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Chievo, Novara, Pescara e naturalmente gli azzurri sono chiamati a rispondere di alcune operazioni di calciomercato sospette. Il professor Prof. Rino Sica, ordinario di diritto privato e tra i maggiori esperti di diritto dello sport, ha risposto alle domande de Il Mattino riguardo la posizione della società partenopea.

Plusvalenze Napoli, l’esperto: “Difficile che possa esserci una condanna, ecco perché”

Il fascicolo della Procura FIGC aperto a carico del Napoli ruota intorno a una sola operazione, quella relativa al trasferimento di Victor Osimhen. La Procura dovrà dimostrare che siano state gonfiate le valutazioni dei giovani Palmieri, Manzi, Liguori e del portiere Karnezis, rientrati nell’affare con il Lille per l’acquisto del centravanti. Secondo le indagini, i prezzi dei cartellini dei giocatori sarebbero stati ritoccati verso l’alto non per motivi legati al valore tecnico ma per avviare uno scambio incrociato tra le due società che avrebbe permesso loro di generare “effetti patrimoniali (acquisti di diritti) ed economici (vendite di diritti) ma senza impegnare le società dal punto di vista finanziario”.

Questo si legge nella documentazione studiata dal portale Calcio&Finanza, aggiungendo che la Procura si è mossa sottoponendo “a verifica di congruità i valori attribuiti dalle Società cedente e cessionaria a ciascun diritto”. Nel caso specifico del Napoli, l’accusa degli inquirenti è il reale valore dei giocatori ceduti, che sarebbe pari a 470mila euro con plusvalenze fittizie per 19,3 milioni.

L’edizione odierna de Il Mattino ha intercettato il professor Rino Sica che ha offerto un quadro più chiaro della situazione partenopea: “Francamente ritengo che la posizione del Napoli sia particolarmente agevole da difendere: al più si tratterebbe di una singola operazione, seppur con molteplici passaggi di giocatori, non certo di comportamenti sistematici. Ma a mio avviso tutti le operazioni sono impossibili da collegare con i requisiti di iscrizione. Perché possa esservi una condanna, deve essere dimostrata la falsità dell’operazione, il che mi pare impossibile da fare”.

Serena Grande

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