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Lega Serie A, la “riforma” Casini prende corpo: “Da gennaio fuorigioco semi-automatico. E valutiamo Var a chiamata…”

L’assemblea della Lega di Serie A ha approvato una proposta di riforme, che in serata trasmetterà alla Figc. La proposta del numero uno della Lega di A, Lorenzo Casini, si articola in dieci temi. Si va dall’ordinamento dei campionati alla sostenibilità, dai giovani alle seconde squadre. Fino a proposte sulle regole del gioco. Il documento ruota intorno a tre concetti principali: gli stadi, che necessitano di un ammodernamento, le risorse, che mancano, e la cultura calcistica.

Lega Serie A, la “riforma” Casini prende corpo: “Da gennaio fuorigioco semi-automatico. E valutiamo Var a chiamata…”

“Ultima assemblea del 2022, tra i temi più importanti l’aver approvato una proposta di accordo collettivo con l’Assoallenatori che la Lega, istituita nel 2010, non aveva ancora. Dopo questa bozza avremo ulteriori incontri con l’Aiac. Poi si è dato via al bando per il progetto radio TV e da ultimo è stato validato dall’assembla il documento di riforme proposte dalla Serie A per rilanciare il calcio italiano. Sono dieci temi, che contengono diversi pacchetti di proposte, dal tema dell’ordinamento dei campionati, ai sistemi di mutualità alle infrastrutture e alla valorizzazione delle rose, il tema dei giovani e delle seconde squadre, la governance federale, alcune proposte per FIFA e UEFA sul gioco del calcio, calcio femminile, e poi un pacchetto di proposte legislative. Il documento ruota attorno a tre concetti: le infrastrutture, perché il problema degli stadi è urgente, le risorse, per aumentare ricavi e ridurre costi, infine la cultura, nel senso di investire sui settori giovanili e sul femminile ma anche rinforzare i collegamenti coi giovani. Fuorigioco semi-automatico? Oggi abbiamo chiesto ad AIA e FIGC di poter iniziare nel mese di gennaio, entro il 27 che è l’inizio del girone di ritorno. È una novità relativa, è già applicato in UEFA e quindi le squadre che giocano in Champions sono già abituate”. Segue il resto della conferenza stampa di Casini.

Qual è lo stato di salute del calcio italiano?
“Come tutto il mondo dello sport, ha sofferto la pandemia ed è in una fase di ripresa. Però c’è la consapevolezza che è giunto il momento di attuare una serie di riforme per migliorare il contesto”.

Quali sono le novità più importanti per i tifosi?
“Il documento è chiaro e credo che qualsiasi tifoso sia in grado di comprenderlo. Il tifoso può essere interessato dagli aspetti che riguardano il gioco. Qui si valuta l’introduzione del challenge, cioè del VAR a chiamata, così come rendere pubblici i dialoghi con l’arbitro. Poi c’è un tema di tempo effettivo, cioè di migliorare ancora di più l’esperienza provata dalla FIFA nei campionati del mondo per garantire maggiore uniformità. Poi c’è il tema delle panchine, di poter far scaldare cinque giocatori contemporaneamente, come avviene in UEFA. E poi bisogna ridurre il numero di partite, la Serie A pensa che si possano ridurre le amichevoli della Nazionale. Questa è la parte gioco, ma anche la parte giovani può interessare: si può valorizzare la Primavera con un numero di formati in casa e in Italia anche nel settore Primavera, come in Serie A. Poi c’è il tema delle seconde squadre: ci sarà un’informativa lunedì in Consiglio Federale, noi arriveremo con un progetto per rendere più appetibili le seconde squadre. Speriamo che i tifosi siano sempre più interessati al calcio femminile, su cui la Lega propone una serie di interventi finanziari e normativi. C’è anche un tema legato alla pirateria, speriamo che i tifosi capiscano quanto danneggia il calcio”.

Avete parlato della possibilità di riformare il numero di squadre?
“È un tema che si è toccato, ma al momento non è la priorità. Tali e tanti sono i problemi del calcio italiano, nella sua interessa, che è importante intervenire con proposte di sistema. Il numero delle squadre di Serie A non è stato un tema”.

L’intervento sulle infrastrutture è mirato anche a Euro 2032?
“C’è proprio un punto che è il pieno supporto alla candidatura italiana. L’intervento sulle infrastrutture prescinde da questo, è strutturale e si sta preparando il dossier. C’è un progetto infrastrutture del calcio che prescinde da quello, ma allo stesso tempo sarebbe un’occasione per potenziare ancora di più. Nelle proposte legislative c’è anche un tax credit che andrà coordinato con un eventuale fondo per Euro 2032”.

Quali sono gli ostacoli alle seconde squadre che volete ritoccare?
“I motivi sono di tipo economico, si chiude di ridurre sensibilmente il costo di accesso. Di avere certezza sull’iscrizione, al momento subordinata al meccanismo di ripescaggi e al numero di squadre che si iscrivono. Poi si chiede flessibilità tra prima e seconda squadra: con la Juventus abbiamo allargato il numero di presenze, ma si chiede flessibilità sui giocatori bandiera. C’è un tema infrastrutture e poi quello della retrocessione: oggi se retrocede una squadra, sparisce”.

Da questo punto di vista è necessario ritoccare i pesi elettorali di Lega Pro e Lega D?
“È stata avanzata una proposta di equilibrare i pesi, in questo momento c’è squilibrio. Ma noi facciamo una proposta qualitativa, non quantitativa: proponiamo l’intesa forte, oggi si può decidere sulla Serie A senza la Serie A. Del resto è in meccanismo che esiste nella Costituzione Italiana per le regioni a statuto speciale: se non è a statuto speciale la Serie A, chi altro”.

Sulla bocciatura alla rateizzazione?
“In realtà, dalle interlocuzioni istituzionali non c’è stato alcuno stop a voler risolvere il problema dei pagamenti sospesi di tutto lo sport. Il governo ci sta lavorando, siamo in attesa di capire come. Non farei confusioni con eventuali pareri negativi o bocciature di singoli emendamenti rispetto ai propositi del governo. Il ministro Abodi ha mostrato consapevolezza di voler risolvere il tema nell’ambito degli strumenti a disposizione”:

Ma c’è delusione per lo stop del governo all’emendamento?
“Delusione sì, ma siamo sportivi e la partita non è finita”.

È stata presa una decisione sulla media company?
“Sì, dopo l’assemblea e l’informativa, per l’accelerazione che abbiamo avuto sulle riforme abbiamo scelto di prendere qualche giorno in più e trattare il tema media company nella prima assemblea di gennaio”.

Ma perché ridurre il numero di squadre non è ritenuto prioritario?
“Perché ci sono temi considerati più importanti rispetto a questo, nelle difficoltà generali. Siccome sembra facile da fare, spesso ci si concentra sulle cose che sembrano facili, ma ce ne sono di più importanti”.

Stamattina il parere negativo dell’avvocatura generale UE sulla Superlega. Ne avete parlato?
“Certo, è un passaggio importante ma non vincolante. Detto questo, è un organo estremamente autorevole ed è un segnale importante per la tenuta dello sport. Il fatto di difendere o di mantenere il sistema piramidale col principio olimpico è un segnale importante, per la tenuta del sistema. Poi attenderemo la sentenza”.

Sul tema del blocco alla pubblicità delle Scommesse?
“Sì, il ministro Abodi si è dimostrato sensibile alla stortura del calcio: il principale oggetto di betting non beneficia in alcun modo dei suoi proventi. Allo stesso modo, abbiamo evidenziato il tema del betting indiretto: in Serie A non si può fare pubblicità, ma poi le vediamo in Premier o in altri campionati”.

La quotazione in Borsa resta una possibilità?
“Beh, se vediamo il numero di squadre quotate in Borsa, e non parlo solo dell’Italia, è molto limitato. Quindi forse non è una soluzione: è indubbio che dia maggiore trasparenza, ma noi ci siamo attivati su strumenti di controllo che poi potranno portare a proposte tipo salary cap o altre. E poi sul rapporto fra la Serie A e altre leghe: c’è il tema del premio di valorizzazione, ci sono altre aspetti collegati a questo”.

Avete proposto un modo diverso di parametrare le risorse verso il basso?
“No, non abbiamo ritenuto di intervenire. Quello che abbiamo osservato è che occorre lavorare meglio nel sistema dei prestiti tra la Serie A e le altre categorie. Il paracadute riguarda un collegamento tra le due leghe, chi retrocede oggi ha un prelievo dalla Lega B pur ricevendo il paracadute dalla Lega A”.

Nel 2024 partirà il nuovo format della Champions con l’aumento delle partite nella fase a gironi. Nel documento parlate di meno partite della Nazionale: l’ipotesi caldeggiata dei playoff continuate a considerarla?
“No, non è un tema che è stato trattato quello dei playoff. Poi io ricordo che i nostri parametri di riferimento sono Liga e Premier League: anch’esse sono a venti squadre e non hanno i playoff. Prima di parlarne, bisogna fare uno studio serio. Al momento non se n’è parlato. Temi che sono stati accennati riguardano i playout nel momento in cui si lavorasse con la B a un diverso sistema di promozione e retrocessione. La Serie B per esempio ha già detto di ritenere eccessive quattro retrocessioni, che determinano un cambiamento di sette squadre: è una richiesta ragionevole, se si va a vedere quello si può ragionare anche del tema dei playout. Però sono temi non affrontati nel documento proposto oggi, anche perché ci sono divergenze di vedute all’interno della Serie A: oggi tutti i club hanno capito che sono prioritari interventi strutturali”.

Capitolo Supercoppa?
“Siamo ancora in fase negoziale: non c’è stata una vera e propria decisione”.

C’è l’ipotesi Final Four?
“È prematuro”.

Il presidente AGCOM è intervenuto sulle linee guida.
“La nostra posizione è che siamo soddisfatti del fatto che sono state approvate, anzi colgo l’occasione di ringraziare l’ad De Siervo, il cui lavoro ci consentirà di pubblicare il bando in ampio anticipo. C’è stata grande collaborazione con l’AGCOM e con l’Antitrust”.

Sugli agenti si va verso la reintroduzione del vecchio albo?
“Come sapete, la FIFA ha incontrato diverse resistenze per approvare il nuovo regolamento. In alcuni casi parliamo di studi che hanno fatturati oltre il miliardo di euro, paragonabili a quelli dei grandi club. Quello che noi suggeriamo è di valutare se, per supportare al meglio i tentativi FIFA di metter massimali sia sulle commissioni che sui trasferimenti, non sia il caso di vedere un intervento normativo come è accaduto in Francia dove c’è una legge ad hoc”.

Avete affrontato l’evolversi del caso D’Onofrio?
“Col presidente Gravina siamo sempre in contatto, nel consiglio federale di lunedì saremo informati. Abbiamo chiesto massima attenzione, oggi c’è un comitato dell’AIA e si capirà meglio che posizione terrà. È una posizione dura e vigile che manterremo anche lunedì 19 quando potremo leggere le carte dell’inchiesta. Noi abbiamo chiesto una commissione d’inchiesta, la Procura Federale è stata rapida ma ancora non abbiamo avuto visione, se non dai giornali, dei risultati”.

Avete proposto di rendere pubblico l’audio VAR.
“Siamo ancora a una fase di proposte, che però sono di due tipi. Una è di rendere pubblico l’audio durante alcune partite di Coppa Italia o di campionato per vedere che effetto fa, tanto l’audio è già accessibile: gli arbitri sanno già che vengono ascoltati. L’altra è di comunicazione, dare all’arbitro la possibilità di spiegare le scelte fatte al pubblico”.

Tra i punti, quello legato alla riduzione del numero di partite della nazionale.
“La Fifa stessa aveva proposto una riduzione delle finestre, ricevendo poi risposta negativa dalle federazioni. Non è per minor amore della Nazionale, tutt’altro. Magari ranking o storia potrebbero servire per nel discorso qualificazione, arrivando a ridurre magari le partite della fase di qualificazione. Tutto rientra nella ragionevole riduzione del numero delle partite”.

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