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Napoli, Spalletti: “Dobbiamo pedalare forte. Gara scudetto? Sì, i tre punti sono il bottino da portare a casa”

Domenica al Maradona lo scontro fra opposti che hanno imparato a piacersi. Uno diverte più di tutti, l’altro ha vinto ovunque. Napoli-Roma non sarà decisiva per lo scudetto (anche se per l’allenatore toscano lo è), ma resta importante. Seguono le parole del tecnico azzurro, ex di turno…

Napoli, Spalletti: “Dobbiamo pedalare forte. Gara scudetto? Sì, i tre punti sono il bottino da portare a casa”

Vigilia di Napoli-Roma, conferenza stampa di rito nel quartier generale di Castelvolturno per Luciano Spalletti. Spunti e sensazioni positive per il tecnico azzurro, consapevole che i fari sono tutti puntati sul suo Napoli: il suo calcio diventa lo strumento necessario per controllare il campo e sottomettere l’avversario. Sarà questa la linea di tendenza definitiva? Vedremo. C’è bisogno di conferme, naturalmente, e il match di domani al Maradona, tra la compagine di casa e la squadra di Mourinho, potrà già raccontarci un po’ di cose.

“Ogni partita è difficile – esordisce in conferenza Spalletti -, questa di più per quel discorso su quel condominio (le big della Serie A, ndr) che facemmo tempo fa: è uno scontro diretto in funzione dei condomini di quella roba lì, e sarà una gara tutta da gustare tatticamente e come individualità ed i 3 punti sono sempre un bottino da portare a casa. Un ciclista che sa di doversi confrontare con altri altrettanto forti, se non più forti, e deve imparare a stare dritto sui pedali, mai seduti perché si spinge meno e c’è da pedalare forte fino in fondo”.

Con 12 punti di vantaggio sulla seconda l’allenatore cosa deve fare? “Dice bravi ai calciatori per l’ultima partita disputata a Salerno, in una situazione non facile perché è sempre un derby e ricordiamo la fatica fatta l’anno scorso, la difficoltà nel passare avanti nel primo tempo, poi la Salernitana ha vinto a Lecce. Quindi, bravi. I risultati degli altri non dipendono da noi e quindi dobbiamo avere sempre lo stesso comportamento, fatto di grandi partite, comportamenti umili, attenzione nel fare un passo alla volta, concentrandoci nella postura del passo e dove si mette il piede. Pensiamo al lavoro quotidiano, senza guardare oltre”.

La Roma. “Ha grandi calciatori, un allenatore molto pratico e concreto che riesce a far capire bene i comportamenti nella partita. Hanno calciatori di gamba, non bisogna mai pensare di gestire la partita, di averla in mano o all’inerzia, loro hanno calciatori tipo Dybala che sfruttano la gamba dei compagni negli spazi e ti impongono di andare a ricomporti la fase difensiva distante da dove l’hai persa e sono rischi a cui dobbiamo stare attenti. Sanno far correre palla e sanno anche corrergli dietro, sono concreti, sanno cosa vogliono, scegliendo bene gli episodi che portano vantaggi ed in quegli episodi danno tutto: è una gara pericolosa se non si è bravi a mantenere l’equilibrio, facendo la partita se ci si riesce, ma anche restando in ordine. La Roma è addestrata bene per prendere vantaggi in ogni situazione, aiutati dalla fisicità, ma anche da un tecnico pragmatico ed esperto, trae risultati dai piazzati e noi lo sappiamo, noi conosciamo loro e loro conoscono noi, sappiamo qualità e caratteristiche e dovremo essere bravi a mettere dentro le nostre caratteristiche. Le qualità fanno parte di quel che si diceva prima. Se vai a tentare di giocare nello stretto della tre quarti, se non hai pazienza, se perde troppi palloni, poi le corse per riconquistarla aumenterebbero. La pazienza è caratteristica che dovremmo avere per non perdere troppi palloni sulla tre quarti”.

La quota scudetto. “A quanto è fissata? Non lo so, non è il mio modo di parlare, è un conto che non so fare, non ero bravo in matematica. Io so fare quelli semplici, se si vince siamo a 53… Migliorerò il minutaggio di alcuni giocatori che hanno giocato meno in vista della Champions? Il minutaggio lo fanno la mattina dopo, chi non gioca deve andare più forte e organizziamo una partita con la Primavera per fargli fare una gara vera, come altre volte in inferiorità numerica per poter andare più forte perché anche la Primavera ha calciatori da Napoli, sta facendo molto bene ed è ben allenata”.

Il legame con Totti (e la voglia di recuperare). “Se lui ha piacere a parlare con me, perché dovrei fare qualcosa di differente? Anch’io avrei piacere”.

“Come si fa ad arrivare alla testa dei ragazzi e fargli capire il margine conquistato? È facilissimo, si sono conquistati il più 12, sanno come si fa. Non corriamo il rischio di essere meno attenti e meno pignoli nelle richieste a noi stessi. Poi se qualcuno si lasciasse cullare, quando vede la Roma davanti e Mourinho davanti, si accorgeranno subito che hanno top team davanti e si rischia brutta figura se non si è concentrati come al solito. Noi non ci ritenevamo inferiori a nessuno, abbiamo cominciato a lavorare parlando di squadra che doveva migliorare la posizione del campionato precedente, si lavora così. La società per prima ha indicato il percorso per soddisfare i tifosi, siamo partiti e durante il viaggio dobbiamo far bene passo per passo, senza farci distrarre dai panorami perché ce ne sono tanti ma poi si inciampa e si finisce come me con infortuni”.

“Chi mi impressiona di più tra Mario Rui, Di Lorenzo, Kim, Kvara, Lobotka e Osimhen? Anche Rrahmani, Lobotka, Lozano e Politano hanno fatto quello che dovevano, Zielinski sempre preciso e tecnico, Elmas che dà sempre il contributo. Sono contento di tutti. Gollini è un portiere molto forte, ha avuto un momento di flessione perché da un titolarissimi lanciato per grande squadre s’è ritrovato a doversi sedere in panchina, quindi deve ritrovare tranquillità e poi se ne trarrà beneficio tutti perché fisicamente e tecnicamente e come copertura porta è un portiere forte. Siamo contenti”. E conclude: “Devo fare gli auguri a Mourinho. Non mi ha invitato, ci sono rimasto male, mi sarei presentato col regalo. Lui è uno di quelli che alza il livello del calcio nella sua globalità, complimenti ed auguri”.

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