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Padovano si racconta dopo l’assoluzione: “Ho perso tutto ciò che avevo”

Le parole dell’ex giocatore della Juventus e del Napoli al Corriere della Sera dopo l’assoluzione nel processo a suo carico, arrivata 17 anni dopo l’arresto: “Come fosse passata una vita, ma io non ho mai mollato. Voglio dedicare questo risultato a mia moglie e a mio figlio, devo tutto a loro”

Padovano si racconta dopo l’assoluzione: “Ho perso tutto ciò che avevo”

“In cuor mio sapevo di non aver fatto ciò di cui ero accusato, ma ho anche dubitato di poterlo dimostrare – ha detto al quotidiano l’ex attaccante, assolto dopo l’accusa del 2006 -. La prima volta i giudici non mi hanno creduto e quella condanna a 8 anni è stata un colpo al cuore. Quando sono venuti ad arrestarmi ho pensato che fosse uno scherzo. Non riuscivo a crederci. La mia famiglia è stata distrutta, ma insieme abbiamo trovato la forza di reagire. Ho perso il lavoro e ho dovuto dire addio al calcio, la mia vita. Ho perso tutto quello che avevo: proprietà, soldi, fama. Cercavo lavoro e a parole erano tutti gentili e collaborativi, ma nei loro occhi leggevo il pregiudizio. Molti si spacciavano per amici, ma non lo erano. Solo due persone hanno continuato a credere in me: Gianluca Vialli (insieme a Padovano alla Juve, ndr) e Gianluca Presicci (suo compagno ai tempi del Cosenza, ndr). Quando mi hanno arrestato, Vialli chiamava tutti i giorni mia moglie. Era una persona e un amico, so che oggi sarebbe felice per me. Mi manca molto”, ha dichiarato Michele Padovano. Che conclude: “Voglio tornare a vivere, senza recriminare sul passato. Adesso è il momento del riscatto. Sto lavorando a un progetto legato alla gestione dei rapporti tra squadre e calciatori. Non ho mai mollato, non l’ho mai fatto sul campo e nella vita. E non ho mollato neanche in Tribunale: non bisogna mai arrendersi”.

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