Home » Repubblica- Al Picco si è sentita l’ammirazione quando Osimhen ha segnato di testa: nell’attimo dello scacco matto ai razzisti e forse al campionato
Napoli Napoli OF News

Repubblica- Al Picco si è sentita l’ammirazione quando Osimhen ha segnato di testa: nell’attimo dello scacco matto ai razzisti e forse al campionato

L’edizione odierna de “La Repubblica” ha fatto il punto sulla partita di ieri tra Spezia e Napoli, vinta dagli azzurri per 0-3, soffermandosi sul comportamento (inaccettabile) dei tifosi spezzini.

Repubblica- Al Picco si è sentita l’ammirazione quando Osimhen ha segnato di testa: nell’attimo dello scacco matto ai razzisti e forse al campionato

La colonna sonora della partita è stata inaccettabile dal primo all’ultimo minuto, nel mezzogiorno di fuoco al Picco: cori razzisti, insulti alla memoria di Maradona e persino qualche ululato nei confronti di Victor Osimhen, che aveva dato invano il buon esempio prima del fischio d’inizio con un gesto di sportività e spontaneità. Il bomber nigeriano durante il riscaldamento aveva infatti centrato involontariamente con una pallonata una tifosa nel settore alle spalle della porta e si era arrampicato tra la folla per scusarsi con lei di persona. Proprio dalla curva Ferrovia, però, sono partiti di lì a poco gli slogan più beceri, mentre gli azzurri dilagavano alla distanza (3-0) sullo Spezia grazie a un rigore in avvio di ripresa di Kvaratskhelia e alla doppietta del capocannoniere della Serie A, salito a quota 16 reti. Non è stato risparmiato nemmeno Luciano Spalletti, che ritornava da ex nella città in cui ha trovato moglie e ha messo su famiglia. «Me le dicano in faccia, certe cose. Ma qui sono nati i miei figli e non porterò rancore. Gli stadi dovrebbero essere luogo di aggregazione e divertimento, invece di questo passo corriamo il serio rischio di allontanare i più giovani», ha recriminato alla fine il tecnico toscano.

Sulla gravità della situazione dovranno interrogarsi anche le autorità. L’arbitro Di Bello poteva interrompere il gioco e non l’ha fatto. Vana è stata pure l’attesa di un richiamo rivolto con l’altoparlante e non ci sono stati nemmeno i fischi “riparatori” del resto dei diecimila spettatori, che avrebbero potuto e dovuto almeno dissociarsi. Ma è impossibile che gli ispettori federali non abbiano sentito e ora il resoconto nella domenica della vergogna passa nelle mani del giudice sportivo.

Eppure allo stadio Picco era andata in scena una bella partita, a lungo più combattuta ed equilibrata del previsto. Lo Spezia aveva infatti contenuto per tutto il primo tempo gli assalti del Napoli e si era arreso solo in avvio di ripresa al rigore di Kvaratskhelia (fallo di mano ingenuo di Reca). Poi è cominciato lo show di Osimhen, che ha approfittato degli errori di Dragowski e Caldara per firmare nello spazio di pochi minuti la sua doppietta e per chiudere i conti. Gli azzurri sono saliti in classifica a 56 punti (successo numero 18 in 21 gare di campionato) e volano spediti verso lo scudetto. «Siamo tuttavia abbastanza maturi per capire che la stagione è ancora lunga», ha tirato un po’ il freno Spalletti. Pure il clima surriscaldato di ieri aiuterà la capolista a tenere gli occhi aperti: nel frattempo ha superato un altro ostacolo e sta dominando la Serie A con il migliore attacco (51 reti segnati) e la difesa meno battuta (15 gol subiti). Sono i numeri di un monologo.

A La Spezia si è riaccesa per il Napoli la luce di Kvaratskhelia: il suo ritorno al top sarà prezioso anche in vista della imminente ripresa della Champions League, un altro traguardo che Spalletti ha messo nel mirino. «Ci sono dei momenti della vita in cui bisogna scegliere: accontentarsi o raddoppiare. A noi piacerebbe tentare l’opzione numero due». L’Eintracht Francoforte — andata il 21 febbraio in Germania — non sembra essere del resto un ostacolo insormontabile e gli azzurri lo affronteranno nella migliore condizione possibile: organico al completo e serenità per il vantaggio extra large messo insieme in classifica. Niente è impossibile con Osimhen, che vola dove osano le aquile ed è andato a segno ieri per la quinta partita consecutiva. Al Picco si è sentito un brusio di istintiva ammirazione, quando il nigeriano è arrivato con la testa più in alto delle braccia protese di Dragowski: nell’attimo dello scacco matto ai razzisti e forse al campionato.

Carlo Gioia

Se vuoi sapere di più sul Napoli, tieniti aggiornato con www.gonfialarete.com