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Gazzetta- Napoli ed Eintracht fanno un calcio diverso, ma non opposto. Aggressione e pressing per i tedeschi, calcio “anti-italiano” per Spalletti

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha analizzato la gara tra Eintracht Francoforte e Napoli, soffermandosi sui punti di forza di entrambe le squadre.

Gazzetta- Napoli ed Eintracht fanno un calcio diverso, ma non opposto. Aggressione e pressing per i tedeschi, calcio “anti-italiano” per Spalletti

Il Napoli ha in testa soltanto il gol, ma anche l’Eintracht non conosce linee orizzontali se non per i cross. Una delle chiavi tattiche di Spalletti sono le fasce, stesso discorso per i tedeschi che muovono su e giù i due esterni, Knauff e Max, cambiando sistema dalla fase offensiva (3-2-4-1) a quella difensiva (5-4-1). Osimhen è il centravanti che l’Europa guarda con ammirazione e paura, ma nell’Eintracht fa meraviglie Kolo Muani, miglior attaccante di Bundesliga, 10 gol e 10 assist: un 9 totale che gioca per la squadra, agile come Osi, meno potente. L’Eintracht, però, non ha un play a tutto campo come Lobotka e un asso come Kvaratskhelia che fa saltare le difese come le ali di un tempo. Regia, dribbling e gol, un calcio classico che Spalletti ha reso attuale. Si prospetta una sfida molto bella che il Napoli può far sua in 180 minuti giocando da Napoli.

Sono diversi Napoli ed Eintracht, ma non agli opposti. Amano giocare. Il Napoli è più offensivo e pratico, non ha bisogno del possesso (51%) per imporsi, sa colpire al momento giusto con accele- razioni improvvise. Ha una manovra con più tocchi (506 a 433 medi), quasi il doppio di tiri totali e giocate in area. Ha un indice di pericolosità tre volte quello dell’Eintracht. Non usa il contropiede come strategia aziendale, ma quando va con Kvara e Osi sembra nato per le ripartenze. Ha segnato più di tutti in Champions, 20 gol, 19 dei quali in area. L’Eintracht appena 7, sempre tutti nei sedici metri.

L’Eintracht ha linee più basse, tiene meno al possesso (45%) ma fa circolare la palla rapidamente, non è blindato ma concede pochi tiri, confidando poi nel ribaltamento di fronte. Il Tottenham qui ha messo alle corde attaccando per un tempo. Soltanto l’imprecisione di Kane & co. ha negato il gol. Se il Napoli gioca come sempre, senza pensare alla Champions, al ritorno, ai gol in più, può far male ai tedeschi che, difendendosi a tre, si espongono all’“uno contro uno” oppure devono abbassare gli esterni. Il Napoli può conquistare il predominio territoriale. Importante non scaraventarsi in massa all’attacco, rischiando ripartenze come con il Sassuolo: l’Eintracht è più forte.

Glasner, come Tuchel, Nagelsmann, Schmidt e la moderna dinastia di tecnici tedeschi, ha studiato alla scuola Red Bull di Rangnick. Nel manuale ha segnato in rosso pressing e contropressing aggressione e velocità. Dice che Spalletti fa un calcio “anti-italiano”. Gli piace giocare a viso aperto, soffre se attaccato in velocità: i movimenti della difesa non sono perfetti. Il discorso porta a Kvara: non basterà Tuta a fermarlo, anche l’esterno Knauff dovrà tornare, e questo può limitare la fascia destra. Dall’altro lato toccherà a Lozano fare l’equilibratore alla Callejon e impedire troppe confidenze a Max. Abbas- sare gli esterni è cruciale per ina- ridire i rifornimenti all’attacco che vive di cross. Osimhen spazierà su tutto il fronte, anche di spalle, ormai dentro la manovra, trascinando fuori un centrale. Se va in velocità non lo prendono.

A centrocampo Glasner disegna un quadrilatero con due vertici bassi (Sow e Kamada) e due trequartisti (Lindstrom e Gotze) dietro a Kolo Muani: movimenti in sintonia, “scappano” per farsi seguire dal marcatore, aprendo così spazi centrali al compagno che in arrivo. Qui il Napoli rischia l’inferiorità numerica: Lobotka avrà il compito di farsi inseguire, Anguissa dovrà sdoppiarsi su Kamada, e Zielinski muoversi molto da mezzala. Spalletti creò superiorità con il Liverpool con il rientro di Kvara e Politano e una difesa alta. Oggi ci sono nuovi meccanismi, tipo l’accentramento di Di Lorenzo in mezzala. Un delicato gioco di equilibri, perché Kolo Muani si muove velocissimo: lavoro per gambe e fisico di Kim. Gotze ha classe e mestiere, Lindstrom tanta tecnica e il giapponese Kamada s’inserisce spesso. Ma questo Napoli ha dimostrato di trovare sempre le contromosse.

Carlo Gioia

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