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Repubblica- Il trionfo del Napoli è quello di un club modello, tutti devono prendere esempio da De Laurentiis

L’edizione odierna de “La Repubblica” ha esaltato il Napoli capolista, soffermandosi sull’ottimo lavoro fatto da De Laurentiis e Giuntoli.

Repubblica- Il trionfo del Napoli è quello di un club modello, tutti devono prendere esempio da De Laurentiis

Cento giorni allo scudetto. Piace pensare che lo vincerà il Napoli, ancora più emozionante è immaginare come lo festeggera. Mezza città non ha visto i primi due, trentatré anni nel calcio sono un soffio o un’eternità, è stato bello vincere, se lo fanno raccontare 4 napoletani su dieci nati alla fine del secolo scorso. Si chiamano Diego. E sanno perché, avvertono intorno una febbre che sale, si sentono figli di una favola che non hanno visto né vissuto, aspettano. Cinque giugno 2023 finisce il campionato, forse sarà assegnato prima, ci siamo, ma Napoli è pronta a dare spettacolo di efficienza e modernità? Di questa squadra e questa società si sa quasi tutto. Il Napoli è primo in classifica con 18 punti di vantaggio, 21 vittorie di cui 8 consecutive su 24 partite, migliore attacco con 58 gol miglior difesa con 15. Più che sconfitti, sembrano stremati e distanti quelli che inseguono, come in certe volate solitarie di Varenne, il driver Giampaolo

Minnucci che si girava per vedere alle sue spalle cavalli e sulky in una nuvola di polvere. Indiscussi i meriti dell’allenatore Spalletti per la sua guida ambiziosa e costante, magico l’intuito del manager nel cercare campioni giovani ma carichi di futuro, spetta ad Aurelio De Laurentiis intestarsi lo scudetto che il 30 giugno ebbe l’azzardo di annunciare, ma anche la responsabilità di comunicare all’Italia e al mondo che vince nel calcio una metropoli moderna, accogliente, l’ansia di staccarsi dalla Napoli irrisolta dei servizi precari, delle funicolari irreparabili, della Vesuviana che cigola svogliata verso l’incanto del Miglio d’Oro, di Pompei, Sorrento.

De Laurentiis prosegue intanto nella sua accorta conduzione. Innovativo e coerente ha già avviato il nuovo piano industriale. Il contratto di Spalletti sarà rinnovato in via unilaterale entro il termine del 10 giugno alle condizioni fissate, non c’è penale come per Sarri, ma subito un premio, poi la società intende allungare il rapporto e trattare la clausola per l’anno successivo, al momento Spalletti non ha altro impegno che vincere con il Napoli. I giocatori sono bloccati, per alcuni silenziosi sondaggi per i rinnovi, premio scudetto individuale secondo contratto, nessuno è incedibile se non a cifre molto alte. Non c’è conferma finora di cessione della società. De Laurentiis pone due condizioni: che rimanga lui al volante e arrivi tanta benzina da eventuali fondi di investimenti per potenziare il motore. Come l’Atalanta. Perché il bilancio è solido e non si vede chi possa amministrare meglio, in una serie A allo sbando.

Giuntoli cerca nuovi colpi, ha il contratto fino al 2024. Tace la Juve, dopo offerte insistenti.

Uno scudetto così merita una visione di suggestiva sobrietà, da città d’arte evoluta, che sia drenato il folclore, fermati gli abusi. Che Manfredi abbia dovuto restituire una statua

preziosa di Maradona sradicandola dallo stadio dopo un anno lascia spazio ad ogni ipotesi, buonafede o ambiguità, tifo puro speculazioni, fa lampeggiare quindi il giallo al primo incrocio, massima prudenza quindi. Con De Laurentiis avrà un ruolo centrale il sindaco. Verranno molti turisti attratti dall’indiscreto fascino del Vesuvio che non brucia nessuno, ma accoglie felice tra sole e mare.

Carlo Gioia

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