Home » Repubblica- Il declino del Milan e l‘esplosione del Napoli hanno in comune il differente modo di fare impresa nel calcio
Napoli Napoli OF News

Repubblica- Il declino del Milan e l‘esplosione del Napoli hanno in comune il differente modo di fare impresa nel calcio

L’edizione odierna de “La Repubblica” ha elogiato il Napoli capolista, soffermandosi sul percorso fatto dalla società che ha avuto il coraggio di rivoluzionare, scovando giocatori sconosciuti

Repubblica- Il declino del Milan e l‘esplosione del Napoli hanno in comune il differente modo di fare impresa nel calcio

Mai così forte il Napoli, mai così bello e diverso. All’emozione delle vittorie seguono sempre le riflessioni. Lo stupore. Gli interrogativi. Ecco, non solo uno scudetto all’improvviso, non solo la serenità di attenderlo e parlarne senza toccare ferro, non solo la desolata rassegnazione delle altre squadre sperse nella nebbia di limiti, sprechi, paradossi. Tutto sorprende. Osservando il Napoli mentre fa sua la ventitreesima su 27 patite, viene da domandarsi come mai da un campionato bruciato nel finale ed un enigmatico terzo posto il Napoli sia volato in vetta nel giro di dieci mesi, e guardi ora tutti dall’alto. Peggio di tutti il Milan, fresco campione d’Italia, scivolato giù di 23 punti, sfatto e sfasciato dovrà misurarsi tre volte in aprile con la nuova capolista, il 2 in serie A, il 12 e 18 nei quarti di Champions.

A questa squadra non basta più vincere. Il Napoli è come il grande teatro di Napoli. Fa ridere e pensare. Quando si dice, un capolavoro. Il declino del Milan e l‘esplosione del Napoli hanno in comune qualcosa. Il differente modo di fare impresa nel calcio. I campioni uscenti si sono svenati per confermare Ibrahimovic, una grande storia alle sue spalle, un gol e anni 41. Il Napoli ha avuto il coraggio di scommettere quasi al buio: si è fidato del management, ha disatteso le pressioni di un tifo troppo nostalgico e il parere contrario dell’allenatore a demolire il cantiere aperto, da Koulibaly a Ospina. Spalletti credeva nei suoi minacciando di barricarsi nello stadio, De Laurentiis e Giuntoli hanno invece in qualità e futuro delle scelte, come nella bravura dello stesso Spalletti, offrendogli una squadra più forte.

Sono questi i pensieri che scorrono vedendo il Napoli che vince morbido e perentorio. Spalletti rivela quanto forse neanche lui sapeva: la sua forza non è costruire le squadre, ma dirigerle. Alla straordinaria preparazione atletica di Franco Sinatti (ex di Sarri, imposto da De Laurentiis) si è aggiunto il progresso individuale di alcuni giocatori. Migliorati quasi tutti. La partita di ieri e la vittoria sull’Atalanta liberano il Napoli si di quel certo complesso: a disagio quando gli avversari gli giocano addosso, marcano stretto, tolgono respiro e idee. Anche ieri il ferrigno Juric ha stretto le fasce laterali, ostruito Lobotka con Ricci e Linetty a turno. Hanno sofferto solo Di Lorenzo all’inizio e per un’ora Lozano, sostituito. La catena di sinistra con Olivera, lo sfuggente e raffinato Zielinski è stata granitica e propositiva. Gli stessi tre si sono allargati anche verso il centro occupando i vuoi lasciati da Juric. Nasce proprio a sinistra il terzo gol, tra i modelli dell’annata. Dal centro Di Lorenzo converge a sinistra, azione velocemente elaborata da Kvara e Olivera che disegna una cupola sull’area di rigore per raggiungere Osimhen sul versando opposto, 25esimo gol del nigeriano biondo, almeno una notte non dormirà l’olandesino Perr Schuurs. In due, sono 33 i gol del tandem d’attacco.

Il Napoli che vince e fa pensare, propone altri due temi. 

1) Possibile il livore contro la società ed il suo presidente distragga dal fascino di questa squadra avida, del suo gioco, delle sue vittorie? 2) è stato montato un congegno che produce solo soldi e vittorie. Chi vi è riuscito davvero pensa di vendere i pezzi migliori?

Carlo Gioia

Se vuoi sapere di più sul Napoli, tieniti aggiornato con www.gonfialarete.com