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Napoli, Elmas: “Da piccolo tifavo Roma per Totti. Spalletti un condottiero, Kim un guerriero”

Il centrocampista macedone si racconta a Dazn e parla della sua infanzia, dell’arrivo in Italia e della sua passione per la compagine capitolina (allora allenata proprio dal suo attuale tecnico Luciano Spalletti)…

Napoli, Elmas: “Da piccolo tifavo Roma per Totti. Spalletti un condottiero, Kim un guerriero”

“Dentro questo spogliatoio sono amico di tutti: kosovari, nigeriani, georgiani, io sto bene con chiunque. Anche negli scorsi anni avevamo un bel gruppo, ma quest’anno gira tutto, anche la fortuna”. Eljif Elmas si racconta ai microfoni di Dazn in questo intervallo per le nazionali. E racconta il momento del Napoli. “Poi ci siamo noi che pedaliamo. La torta Osimhen? La prima volta che l’ho vista dal vivo subito gli mandai la foto. Se lo merita, sta facendo benissimo, è capocannoniere, è importante anche per noi. Gli cantiamo la canzone sua, sempre. Sono felice per Victor: sta facendo benissimo ed è una fortuna anche per noi. Kim mi ha sorpreso: è una grande persona, ha un gran carattere, un guerriero. Ma anche tutti gli altri lo sono. Condottieri? Ne abbiamo due: in campo Spalletti, nello spogliatoio il capitano Di Lorenzo”.

L’infanzia, la Roma, Spalletti e Napoli. “In Macedonia il calcio italiano era il riferimento. Mi piaceva la Roma. Poi dopo ho iniziato a guardare tutto. Mio padre non guardava calcio, la famiglia non aveva niente, loro pensavano solo a lavorare fino alla sera, non avevano tempo. Ora hanno più tempo perché lavorano i figli, la mia famiglia vive qui con me. Un amore scoppiato con il suo allenatore. Spalletti dice che corro ma a me non piace correre. È che devo farlo per forza. Nel calcio moderno è così. Lui mi ha fatto crescere e mi ha mostrato il lato semplice del calcio, divertendosi anche per la squadra”, ha continuato Elmas. “Correvo da bambino, facevo tante cose, dal calcio alla piscina, poi aiutavo mio papà in pasticceria, ma mi piaceva farlo. Giocavo da bambino per strada, a 13 anni sono entrato in prima squadra, a 15 anni ero capitano a Skopje e a 16 anni ho debuttato tra i professionisti. Mi piaceva vedere il calcio italiano, seguivo la Roma di Totti, lo amavo, era un fenomeno. Il primo ricordo di Napoli sono le strade strette del centro città. Appena sono arrivato ho chiesto subito di mangiare una pizza. Come le trovi qui non ne trovi altrove. Napoli è diversa da casa mia: qui c’è il mare, c’è vita”.

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