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Napoli, come gestire la sindrome da “pancia piena”. Il metodo Garcia

Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)

Lo scorso anno ci aveva pensato Vecino, ma erano momenti e situazioni ben diverse, visto che il Napoli si apprestava a diventare campione d’Italia. Questa volta, alla terza giornata, ha un peso decisamente differente questo colpaccio dei Sarri boys. Un 1-2 letale, sospinto dalla magia di Luis Alberto e dalla staffilata mancina di Kamada. Con due gol annullati per fuorigioco millimetrico, quasi a voler legittimare l’impresa. Garcia deve già gestire le prime pressioni negative, la Lazio si rialza alla grande dopo il pessimo inizio

Napoli, come gestire la sindrome da “pancia piena”. Il metodo Garcia

La prima evidenza pensando al Napoli è che i campioni d’Italia possano avere un po’ la pancia piena da scudetto. L’esordio contro il Frosinone, neo promosso, non è stato dei più semplici anche se, subito il gol, Osimhen e compagni hanno reagito da grande squadra e rimesso subito le cose a posto. Tutto facile contro il Sassuolo, ridotto però in dieci per l’espulsione di Maxime Lopez, tutto troppo brutto contro la Lazio, che ha inflitto la prima sconfitta stagionale agli azzurri e tolto al Napoli la prima posizione in classifica dopo la bellezza di 40 giornate. Si può già dire che Rudi Garcia è un allenatore diverso da Spalletti, semplicemente perché è diverso l’uomo. Nella piazza di Roma, per alcuni aspetti simile a quella di Napoli, Garcia ha mostrato un atteggiamento più vicino a Sarri che a Spalletti, e finché è riuscito a rinfocolare l’entusiasmo della gente è rimasto sulla cresta; ne è disceso rovinosamente quando le braci si sono spente.

Il neo più evidente riguarda la difesa, dove Juan Jesus non può non far rimpiangere un gigante come Kim e dove si attende ancora l’inserimento di Natan. Il resto della squadra è pressoché identica all’anno scorso, con una postilla importante relativa a Kvara, comunque fin qui positivo: il georgiano resta imprendibile, ma le avversarie hanno imparato a conoscerlo e, quindi, a limitarlo almeno in parte: è però la minore aggressività in non possesso a saltare agli occhi: il Napoli di Garcia difende diversamente e a tratti aspetta l’avversario. La forza della squadra di Spalletti stava però nel recupero alto del pallone. Forse il tecnico francese dovrebbe ripensare la sua strategia. È diverso l’approccio emotivo di Garcia, ed è differente anche quello tattico. Peggiore? Lo dirà il campo, ma ora va tenuta alta la guardia: “rimaniamo motivati e famelici”, scrive l’allenatore azzurro sui propri social. Napoli se lo augura.

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