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“Gran caffè Calzona”, prima lo vendi e poi lo bevi. Lo strano caso del nuovo allenatore azzurro

Dopo la gavetta, l’incontro con Sarri gli cambia la vita. Torna a Napoli, dove era stato collaboratore anche di Spalletti, dopo il miracolo Slovacchia. Riporta entusiasmo, Hamsik (?) e un 4-3-3 rodato…

“Gran caffè Calzona”, prima lo vendi e poi lo bevi. Lo strano caso del nuovo allenatore azzurro

Il terzo tentativo del Napoli di far quadrare la stagione 2023/24 sarà nelle mani di Francesco Calzona, un po’ a sorpresa l’uomo scelto da Aurelio de Laurentiis per sostituire Walter Mazzarri dopo l’esonero a inizio stagione di Rudi Garcia. Per il ct della Slovacchia, che quindi ricoprirà il doppio ruolo visto che a giugno sarà a Euro 2024, una sfida che partirà decisamente in salita visto il primo impegno in Champions League contro il Barcellona anche se dalla sua avrà una profonda conoscenza dell’ambiente partenopeo, essendo stato in passato collaboratore sia di Maurizio Sarri che di Luciano Spalletti proprio a Napoli, oltre all’aiuto di una bandiera azzurra come Marek Hamsik.

Non è un integralista, ma Francesco Calzona predilige il 4-3-3 con un’impostazione più verticale, alla Spalletti, rispetto alla fitta trama di gioco di Sarri. In ogni caso sarà abbandonata la difesa a tre recentemente ripristinata da Mazzarri, per tornare a una struttura tattica più vicina a quella dello scudetto dello scorso anno.

Francesco Calzona giocava in Eccellenza, ed era calciatore-allenatore del Tegoleto, nella Val di Chiana aretina. Non era Gianluca Vialli, che dal ’98 al 2000 poteva permettersi un ruolo analogo nel ben più blasonato Chelsea con uno stipendio importante, e per questo il buon ‘Ciccio’ fu costretto a trovarsi un lavoro. Il rappresentante alimentare costituiva un bel compromesso per continuare a stare vicino alla sua squadra e ricevere uno stipendio dignitoso; quando poi le trasferte divennero più frequenti, incorporando chilometri tutti i giorni per vendere caffè, capì subito che alla squadra serviva un allenatore vero e – soprattutto – con più tempo a disposizione.

Così suggerì alla dirigenza aretina di affidare l’incarico ad un suo amico, dirigente della MPS, tal Maurizio Sarri.

Nacque un patto d’onore: Sarri, che apprezzò quel gesto ma ne intuì anche l’occhio e le buoni intuizioni tattiche, qualche anno dopo (nel Verona) riuscì ad avere Calzona come suo primo collaboratore, dopo averne fatto buon uso anche la stagione precedente sulla panchina dell’Arezzo, conquistando risultati memorabili contro Juventus e Napoli (2-2 in entrambi i casi).

I due diventarono letteralmente inseparabili: Calzona trascorre le sue notti a studiare al video le squadre avversarie per riferire al capo. È lo strano caso di un vice che trova lavoro al suo primo allenatore. Dopo l’esperienza felice di Empoli, a Napoli Ciccio ritrova la sua vecchia passione: il caffè. Ora però il caffè è roba da tempo libero, il suo lavoro è allenare. Al Napoli, i caffè li prepara lo storico magazziniere Tommaso Starace. E lui, “Ciccio”, può anche fermarsi a berli…

Non fa in tempo a vincere lo scudetto dello scorso anno perché nell’agosto del 2022 arriva la classica telefonata che gli cambia la vita. “Ero a fare carburante in una stazione di servizio – aveva raccontato Calzona – quando ricevo una chiamata di Marek Hamsik. Con lui eravamo rimasti in contatto dai tempi di Napoli ma non avrei mai pensato che mi chiedesse: ti interessa allenare la Slovacchia? Gli ho detto: finisco di far gasolio e ci penso. Ma non potevo dire no, infatti l’ho richiamato subito dopo”.

Nonostante lo scetticismo iniziale, Calzona riesce nell’impresa di qualificare per la prima volta la Slovacchia a un campionato europeo chiudendo secondo il girone J dietro al Portogallo, col quale comunque nei due scontri diretti perde di un solo gol di scarto (0-1 e 2-3). Ventidue i punti assieme dalla nazionale slovacca, frutto di 7 vittorie, un pari e due sconfitte con 17 gol fatti e 8 subiti.

Evidentemente influenzato dal Sarrismo, Calzona è solito schierare la Slovacchia con il 4-3-3, il modulo con il quale Spalletti aveva trascinato il Napoli alla conquista dello scudetto lo scorso anno. Un modulo che, tra l’altro, ben si adatterebbe all’attuale rosa azzurra. A De Laurentiis, evidentemente, questo aspetto non è sfuggito.

E dunque il Napoli. Di nuovo. Da protagonista. Calzona segue le orme dei leggendari allenatori che hanno domato il doppio incarico nella storia del calcio, da Rinus Michels ad Alex Ferguson, passando per Hiddink e Terim. Nell’incertezza più totale di come andrà a finire. Per ora, dopo le esperienze fallimentari di Garcia e Mazzarri, l’unica cosa certa è che toccherà a lui tentare di rilanciare il Napoli in classifica e provare a centrare l’impresa immediata in Champions.

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