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Napoli da squadra e trova la quadra, Allegri sorride amaro

Partita vibrante al Maradona con occasioni da entrambe la parti, a deciderla è Raspadori che è il più lesto a raccogliere la respinta di Szczesny sul calcio di rigore sbagliato da Osimhen. Di Kvaratskhelia e Chiesa gli altri gol del match.

Napoli da squadra e trova la quadra, Allegri sorride amaro

Il posticipo della 27esima giornata di campionato si chiude con la festa del Napoli al Maradona: i partenopei festeggiano la vittoria contro la Juventus, agguantata nel finale dall’ex Sassuolo che ribadisce in rete il rigore fallito da Osimhen dopo il botta e risposta firmato Kvara e Chiesa. Allegri rimane a -12 dall’Inter che lunedì ospiterà a San Siro il Genoa e a + 1 dal Milan terzo in classifica. Il Napoli si porta a -8 dal quarto posto.

Il Napoli si è riconosciuto negli anni in un dipinto ideologico ben definito, legato alla volontà di attaccare con particolare estetica, e forse è proprio questa la radice della scelta di mettere sotto contratto un allenatore poco esperto ma identitario come Calzona: risvegliare una concezione di sé ormai sopita, che è sopravvissuta a stento ai cambiamenti portati da Mazzarri e Garcia.

Il buon Ciccio si è ritrovato tra le mani una squadra esaurita, manchevole di autostima per credere in sé stessa e nel gioco che l’ha portata su questi livelli. Ebbene, Calzona è stato capace in poco tempo di produrre una scossa intestina, un tumulto che un po’ ha l’idea di ricostruire una piccola parte della macchina che Luciano Spalletti aveva lasciato in eredità al club. Senza particolari fronzoli, tornando a fare quello che a questi ragazzi riesce meglio: giocare a calcio. Divertendosi. Il vantaggio arriva arrivato con leggera sorpresa, al minuto 43 con Kvaratskhelia, che trasforma in rete una respinta di testa di Bremer con una grande conclusione volante.

Un minuto più tardi la Juventus vicinissima al pareggio con Traoré che si fa scippare il pallone da Rugani al limite della propria area, la sfera arriva tra i piedi di Vlahovic che sceglie la potenza non inquadrando la porta (il centravanti serbo che si è divorato altre due palle gol che, per uno come lui, sono davvero gioco da ragazzi). “Chi non salta juventino è”. Il classico coro da stadio si è levato dagli spalti del Maradona nel pieno della gioia per il vantaggio appena acquisito. Tutti i tifosi presenti hanno accolto l’invito dopo il gol di Kvaratskhelia alla Juve. Nessuno escluso. Compreso il presidente Aurelio De Laurentiis, che ha partecipato ai festeggiamenti collettivi.

Nella ripresa i bianconeri spingono e trovano il pari con Chiesa a 10′ dal termine ma il Napoli non demorde: Nonge atterra Osimhen, è rigore. Il nigeriano calcia, Szczesny respinge, Raspadori mette dentro il gol vittoria. Ancora lui. Il controllo della partita attraverso il pallone, una fase offensiva florida, capace di scardinare blocchi bassi e la conseguente efficienza difensiva, spiegano il rendimento del Napoli durante le tre stagioni di Sarri e le due di Spalletti attraverso chi, brillantemente, è rimasto dietro le quinte. Ed oggi ha i riflettori puntati addosso.

Questo Napoli di Calzona ha mantenuto il core di tecnica sarriana, ma lo ha potenziato con l’atletismo e una profondità identitaria (e dunque, spallettiana) che non solo gli danno tutt’altro senso, ma che gli hanno offerto anche quella varietà di soluzioni che a Mazzarri mancava – ad esempio, la possibilità di alzare il pallone verso Osimhen, o di giocare in campo lungo. Segnali di ripresa per gli azzurri, che finalmente stanno espellendo tutte le tossine del recente passato. Altra sconfitta per la Juve, che continua il suo periodo negativo. Sola una vittoria nelle ultime sei per i bianconeri, per Allegri un sorriso che sa tanto di amaro.

 

NAPOLI (4-3-3): Meret 6; Di Lorenzo 6, Rrahmani 7 (63′ Ostigard 6.5), Juan Jesus 7, Olivera 6; Anguissa 6.5, Lobotka 6.5, Traoré 5.5 (63′ Zielinski 6); Politano 6 (63′ Raspadori 7), Osimhen 6, Kvaratskhelia 7 (92′ Lindstrom NG). All. Calzona 6.5.

JUVENTUS (3-5-2): Szczesny 6.5; Rugani 5.5, Bremer 5.5, Alex Sandro 5; Cambiaso 5 (64′ Weah 5.5), Miretti 5.5 (75′ Nonge NG; 88′ Danilo NG), Locatelli 6, Alcaraz 5.5 (88′ Milik NG), Iling-Junior 5.5 (75′ Yildiz 6); Vlahovic 5.5, Chiesa 7. All. Allegri 6.

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