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Napoli, l’ultima di Zielinski: da vice-Hamsik a leggenda del club

Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images

Piotr Zielinski sta per lasciare il Napoli dopo nove anni con la maglia azzurra. Non è facile sentirselo dire ma il difficile è proprio questo: accettare che qualcuno si stia lasciando, anche se ciò non significa dimenticare tutto quello che è successo nel corso del tempo. Nove anni sono davvero tanti, un periodo in cui il rapporto tra Zielinski e la città di Napoli è cresciuto sempre di più, arrivando a quello che è oggi.

Napoli, l’ultima di Zielinski: da vice-Hamsik a leggenda del club

Piotr arriva a Napoli nel 2016 come giovane talento di 20 anni comprato dall’Udinese e strappato dalle grinfie del Liverpool di Klopp che voleva puntare sulle capacità del diamante polacco. Il suo ruolo con la maglia azzurra è quello della riserva della mezz’ala di sinistra del tempo, Marek Hamsik, forse il più grande straniero della storia del club dopo Maradona, un uomo anche lui innamorato di Napoli e che napoletano è arrivato col tempo.

La decisione di Sarri è proprio questa: rendere Zielinski il dodicesimo uomo in più di un Napoli in costruzione e capace poi di fare 91 punti, soprattutto quando il polacco inizia ad entrare sistematicamente ad ogni 60′ di ogni match proprio al posto dello slovacco numero 17. Nella narrativa della storia recente del Napoli, Zielinski rappresenta proprio la stessa onda che portava Hamsik nello spogliatoio azzurro: un uomo silenzioso, ma comunque con ottime capacità di leader, e che è riuscito a completare l’opera al quale l’ex Brescia si è solo avvicinato.

La foto che più rappresenta il legame tra Zielinski e la napoletanità è ovviamente la sua reazione al gol che Raspadori segna nel match contro la Juventus all’Allianz Stadium di Torino, consegnando quasi definitivamente il terzo scudetto. Lo gettarsi a terra sul prato bianconero arriva per via dell’accettazione totale di avercela finalmente fatta, come se in quel momento avesse vissuto tutti gli addii di chi prima di lui ci ha provato, i 91 punti, lo scudetto perso in albergo e il 3 a 0 a Firenze, l’ammutinamento con Ancelotti, la Coppa Italia con Gattuso durante il Covid.

“Noi napoletani siamo cosi”, l’ha detto Zielinski nel corso del docufilm scudetto “Sarò Con Te”, dimostrando per l’ultima come lui più di molti ha capito cosa significa tifare Napoli e far parte della città di Napoli, ossia soffrire ogni giorno per cercare di raggiungere un obiettivo che magari non ottieni neanche, ma essere comunque felice del percorso che ti ha portato ad essere uomo. Zielinski non è nato napoletano, lo è diventato col tempo riuscendo ad entrare in simbiosi con il popolo e con l’esperienza di chi prima di lui lo ha anticipato, con la speranza che esportare a Milano un po’ di questa meravigliosa napoletanità.

Mario Di Domenico

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