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La Cassazione conferma la condanna a un anno per il professor Galanti nella morte di Astori

Il 7° anniversario dalla scomparsa di Davide Astori segna una nuova fase del processo legato alla sua morte. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso e confermato la condanna a un anno di reclusione, con pena sospesa, per il professor Giorgio Galanti, ex direttore della medicina sportiva presso l’ospedale di Careggi.

La Cassazione conferma la condanna a un anno per il professor Galanti nella morte di Astori

Galanti, che aveva rilasciato il certificato di idoneità sportiva ad Astori, è stato riconosciuto colpevole per la sua responsabilità nel non aver diagnosticato la patologia cardiaca che ha portato alla morte del calciatore. La causa del decesso sarebbe stata una cardiomiopatia aritmogena ventricolare, una condizione non rilevata, nonostante il giocatore fosse stato sottoposto a visite mediche prima di ricevere il certificato.

L’accusa sosteneva che Galanti avesse emesso due certificati di idoneità agonistica senza aver eseguito gli esami necessari, contrari alle linee guida sanitarie. La condanna di primo grado era stata confermata in appello e, ora, dalla Cassazione. Il procuratore generale aveva chiesto il rigetto del ricorso della difesa di Galanti e la conferma della pena.

Inoltre, la Corte ha confermato il risarcimento a favore della famiglia di Astori. Galanti dovrà pagare un risarcimento provvisionale di 1.090.000 euro: 490.000 euro andranno alla compagna Francesca Fioretti e alla figlia Vittoria Astori, mentre i restanti 600.000 euro saranno destinati ai genitori e ai fratelli di Astori. Il tribunale civile di Firenze, ora, stabilirà l’importo finale dell’indennizzo, dato che la sentenza è diventata definitiva.

L’avvocato Fenyes, difensore di Galanti, ha commentato dicendo di rispettare la sentenza ma esprimendo dubbi sulla valutazione del nesso di causa, considerato fondamentale per accertare la colpa. “Il nesso di causa viene prima di tutto, e se non è provato, tutto il resto non ha ragione di essere”, ha sottolineato.

Dal canto suo, l’avvocato Alessio Mazzoli, che rappresenta Francesca Fioretti, ha espresso un mix di soddisfazione per la sentenza, ma anche di dolore, affermando: “C’è anche il dolore nel sapere che Davide sarebbe potuto essere ancora vivo se solo fosse stata seguita una condotta diversa”.

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