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Sassuolo, D’Andrea: “Gioco sempre uno contro uno, con il Sassuolo e nella mia vita. Il Napoli…”

Luca D’Andrea è l’esterno del Sassuolo che sabato scorso, a 18 anni e 39 giorni, ha fatto l’assist a Kyriakopoulos nella gara contro l’Atalanta: il passaggio vincente più giovane in Serie A nelle ultime sette stagioni.

Sassuolo, D’Andrea: “Gioco sempre uno contro uno, con il Sassuolo e nella mia vita. Il Napoli…”

Da Ponticelli, il quartiere delle bombe, dove da tempo è in corso una guerra di camorra che crea seri rischi per la popolazione, scrive la Gazzetta dello sport per l’intervista esclusiva che dedica al baby fenomeno neroverde: “Il pallone mi ha aiutato, è sempre stato la mia ragione di vita. Da quando avevo quattro anni passavo la giornata per strada a giocare. Mia madre mi chiamava dalla finestra per farmi andare a mangiare. Ma dopo cena tornavo giù, anche se per strada a una certa ora non c’è mai nessuno. La gente ha paura, la situazione è brutta. Io sono sempre stato con i ragazzi più grandi: ero bravo con il pallone e quindi mi accettavano. E la testa mi aiutava: ho visto anche molte cose brutte, ma quando mi accorgevo che stava accadendo qualcosa, andavo via. Sono cresciuto in fretta. Alcuni amici hanno preso strade sbagliate: succede a tanti, in quel quartiere. Ma c’è anche molta gente onesta. E quando sono tornato dopo l’esordio in A, mi hanno fatto una grande festa. La mia famiglia vive ancora lì: papà Antonio (39 anni), mamma Mariana (36) e poi Pasquale (23), Mattias (12) e Simona (7). Il mio sogno è portarli tutti a Sassuolo con me. Anche se il mio quartiere me lo sono tatuato sul braccio: io che gioco per strada accanto alle case”.

“Tutti i giudizi negativi me li porto dietro e mi spingono quotidianamente: al campo io non mi risparmio mai, esco fradicio, perché devo dimostrare che si sbagliavano. L’uno contro uno è uno stile di vita: lo faccio in campo, ma se serve anche fuori. E da me stesso pretendo tanto: da ragazzino se sbagliavo un gol, piangevo per due minuti. Adesso ho imparato a metabolizzare quella rabbia. Intanto mi godo ogni attimo, gli insegnamenti dei compagni. Berardi mi riempie di consigli, è una persona splendida e un esempio. Avevo un ottimo rapporto con Raspadori, che mi spiegava i movimenti e come attaccare la porta: la voce di Jack ce l’ho sempre in testa. E poi mister Dionisi mi invita a puntare l’uomo e a insistere se sbaglio. Il Sassuolo è ideale per i giovani e io spero di fare già un bel numero di presenze quest’anno. Il Napoli? Mi sono innamorato di Diego Armando Maradona. Sono tifoso del Napoli e il mio sogno è giocare lì”.

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