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Restyling San Paolo, capienza ridotta nei settori popolari

«Il tema caldo è che il Comune sta andando avanti con il suo progetto di rendere il San paolo più confortevole e più sicuro». E come va con il patron? Auricchio non si esime: «Serenità, integrazioni del progetto da parte di De Laurentiis, con le sue idee che già conosciamo, sono sempre possibili, ma se ne parlerà dopo le Universiadi del 2019. Noi entro febbraio dobbiamo avere un San Paolo all’altezza della Champions, ed entro il 2017 il nostro progetto dovrà essere chiuso».

Urge a questo punto spiegare ai tifosi che il San Paolo sarà più bello e accogliente entro al fine del 2017 ma non sarà lo stadio dei sogni. È il secondo step dopo la convenzione, senza la quale la Società non può programmare e il Comune non sa cosa chiedere alla Società. E sullo stadio da 20mila posti che il patron vorrebbe fare cosa dice il Comune? «Noi andiamo avanti con il nostro progetto poi il presidente è libero di fare quello che vuole, per me sono pochi 20mila posti» ribadisce l’assessore Borriello. Veniamo al timing del Comune per migliorare il San Paolo. La messa in sicurezza partirà a brevissimo questione di settimane, si tratta di mettere mano agli impianti da quello elettrico a quello idrico e naturalmente ai bagni. Poi i tifosi potranno iniziare a toccare con mano qualcosa di nuovo, i sediolini saranno interamente sostituiti e questo fatto andrà incontro in qualche modo ai desiderata di De Laurentiis. Le normative nazionali ed europee hanno stabilito in 8-9000 posti la capienza massima dei settori più popolari. Soprattutto negli stadi antichi, ed è il caso di Napoli. Così, il restyling da 25 milioni del San Paolo promosso dal Comune attraverso un mutuo con il Credito sportivo, prevede la diminuzione di almeno 10mila posti. Da 62mila e 200 si scenderà a 52mila. In virtù anche del fatto che i sediolini saranno più grandi e occuperanno più spazio.

Un «saggio» è previsto per febbraio, per quell’epoca in Comune intendono installare in un pezzo del settore Distinti i nuovi sediolini che saranno di colore azzurro, per vedere anche la reazione dei napoletani. I lavori che farà il Comune saranno indirizzati verso quello che si chiama in gergo un deciso «adeguamento funzionale».

Insomma, un San Paolo accettabile ma scordiamoci gli stadi modello Monaco o Barcellona. Procediamo con ordine, perché la ristrutturazione della vetusta struttura di Fuorigrotta è senza dubbio con vista sulle Universiadi del 2019. Proprio al San Paolo ci sarà la cerimonia di apertura e, dunque, al di là dei fondi che arriveranno dal mutuo contratto dal Comune, si potrà contare su quelli delle Univesiadi, 270 milioni messi a disposizione da Governo e Regione attraverso fondi nazionali ed europei. Una quota servirà ad integrare altri interventi, tra questi, per esempio, il rifacimento della pista di atletica. Dunque almeno fino al 2019 non ci sarà un San Paolo con gli spalti più vicini al terreno di gioco. Nel progetto del patron invece la pista non era prevista. Entro ottobre partiranno i cantieri per accontentare la Uefa e non fare avere agli azzurri problemi di agibilità, serve il ripristino della sicurezza e qui si punta a rifare l’impianto antincendio. Quindi per l’accoglienza la ristrutturazione della tribuna stampa e degli spogliatoi entro febbraio».

 

Fonte: Il Mattino