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Nicchi, Rizzoli e Gravina: “Applicazione rigida del protocollo anti-razzismo” Un mese fa. E poi…?

associazione italiana arbitri

NICCHI RIZZOLI GRAVINA

Sono Nicchi, Rizzoli e Gravina al centro delle polemiche, soprattutto dopo il comunicato diramato ieri dalla UEFA. L’applicazione rigida del protocollo anti-razzista non è stato adottato. “Come si cambia” non è solo il titolo della canzone di Fiorella Mannoia, ma anche quanto accaduto ai vertici del calcio italiano. Il cambiamento c’è stato ed è avvenuto in modo fulmineo, in un mese esattamente.

Cosa dicevano i vertici del calcio italiano un mese fa

Erano tutti d’accordo: il protocollo anti-razzismo doveva essere applicato in maniera rigida e si era alla vigilia di Atalanta-Napoli, quando si temeva che potessero salire dagli spalti i soliti cori noti che invece hanno avuto il culmine al Meazza. La conseguenza? Nulla è cambiato: la partita si è giocata regolarmente, Mazzoleni non ha interrotto la partita e il Napoli ha subito anche la beffa della squalifica di Kalidou Koulibaly, vittima dei buu.

Nicola Rizzoli, designatore arbitrale, 28 novembre (Radio Rai):

“Interruzione per cori? Con Gravina ci siamo confrontati dicendo che c’è già una procedura ufficiale che richiama ai problemi di razzismo o di razzismo territoriale. Bisogna fare un annuncio, e qualora continuino, un altro annuncio con tutte le squadre a centrocampo, poi si interrompe la sfida e si finisce negli spogliatoi con il responsabile dell’ordine pubblico che interviene decidendo se sospendere o meno la partita stessa. L’arbitro deve andare avanti con le regole che ho elencato prima, quando si rientra negli spogliatoi non decide più l’arbitro. Il direttore di gara, quando sente i cori, deve immediatamente interrompere la gara e proseguire secondo le regole. Non è una questione di discrezione, è un obbligo per il direttore di gara. L’arbitro, se riceve una comunicazione in campo, deve prestare orecchio e in caso ascolti questo tipo di cori, deve interrompere subito la sfida”.

Presidente federale Gravina, 27 novembre (Gazzetta dello Sport):

Ne ho parlato sabato sera con il presidente dell’Aia, Nicchi, e il designatore di A, Rizzoli invitandoli all’applicazione rigida del protocollo previsto. C’è il primo annuncio, al secondo si riuniscono le squadre a centrocampo. Se si continua (con i cori, ndr) si va nello spogliatoio e poi si annuncia che la partita è stata sospesa. Noi denunciamo ma poi non è facile far uscire migliaia di persone dallo stadio. Dopo la sospensione della partita, poi, il problema è del funzionario di pubblica sicurezza”. 

Marcello Nicchi, presidente Aia, 27 novembre (Ansa):

Ha detto benissimo Rizzoli, la norma c’è ed è chiara. Oggi si è parlato anche dei cori, ma qui il punto è che non bisogna limitarsi a fare nuove norme o inasprire quelle esistenti. Bisogna applicarle, cosa più difficoltosa. Sull’applicazione delle norme in Italia ci sarebbero parecchie considerazioni da fare perché molte volte le cose succedono anche perché non si applicano le norme”.