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Da Ounas a Lozano, dal 2017 in poi il mercato è stato sempre deludente

Lozano

NAPOLI DE LAURENTIIS MERCATO – Perché a una sola giornata dalla fine del girone d’andata il Napoli conta soltanto 24 punti in classifica? Sono tante le risposte a questa domanda. Una di queste riguarda il mercato, anzi le scelte portate avanti nelle sessioni estive negli ultimi anni. Si dice, forse a ragione, che le squadre si costruiscono tra luglio e agosto. Nelle ultime estati, di certo il Napoli non ha conquistato la corona di regina del mercato. Però proprio nell’anno in cui il presidente Aurelio De Laurentiis ha deciso di tornare a investire su calciatori già pronti come Manolas e Lozano, costati rispettivamente 36 (colpo attutito dalla cessione di Diawara alla Roma per 21 milioni di euro) e 42 milioni di euro, il Napoli rischia di terminare la stagione fuori dall’Europa.

La legge del contrappasso

Una sorta di contrappasso che ha messo radici negli anni scorsi. Infatti le ultime tre sessioni estive di mercato non hanno rinforzato la squadra. Almeno è quanto ha detto il campo in questi mesi. L’ultimo mercato che si rispetti portato avanti dal Napoli risale all’estate del 2016, quando il presidente De Laurentiis reinvestì i 90 milioni di euro incassati per il trasferimento di Higuain alla Juventus (che pagò l’intero importo della clausola rescissoria) ingaggiando Milik, Zielinski, Maksimovic, Diawara e Rog. Questi ultimi due ceduti pochi mesi fa a Roma e Cagliari. In quella campagna trasferimenti arrivarono calciatori che comunque sono stati utili alla causa. Purtroppo non si può dire lo stesso dei giocatori arrivati nelle sessioni successive. L’anno dopo, quando Sarri e gli azzurri strinsero il patto per provare a vincere lo scudetto, arrivarono soltanto Mario Rui e Ounas. Il terzino portoghese è diventato titolare, perché Ghoulam non si è ancora ripreso dai tanti problemi fisici. L’algerino, invece, è stato dirottato al Nizza negli stessi giorni in cui venivano ceduti Rog e Diawara.

Gli errori su suggerimento di Ancelotti

E che dire del primo mercato estivo firmato Ancelotti? Fatti salvi i tre portieri, Meret, Ospina e Karnezis, che hanno comunque offerto finora il loro contributo, gli altri giocatori acquistati non hanno di certo cambiato il volto del Napoli. Sembrava non dovesse appartenere a questo elenco Fabian Ruiz, ingaggiato dal Betis Siviglia per 30 milioni di euro. Prima stagione in azzurro su livelli soddisfacenti. La seconda, quella in corso, disastrosa. Fabian Ruiz, però, non ha deluso quanto Verdi. Corteggiato a lungo nel gennaio 2018, quando Sarri lo cercava per dare un assalto più deciso alla Juventus (che si laureò campione d’Italia senza meritarlo del tutto), l’ex attaccante del Bologna arrivò invece alla corte di Ancelotti per 25 milioni di euro senza dare alcun contributo. Pochi mesi fa è stato spedito al Torino, dove continua a fare fatica. Non ha fatto vedere molto Malcuit, peraltro sfortunato. Infatti il terzino destro è alle prese con la riabilitazione dopo l’operazione al ginocchio a cui si è sottoposto all’inizio della sua seconda stagione in azzurro. Impalpabile pure il contributo di Younes, arrivato nella prima estate Ancelottiana dopo la toccata e fuga di pochi mesi prima.

Scommesse perse o non ancora vinte

Scommesse, talenti da coltivare e intuizioni non hanno migliorato il tasso tecnico del Napoli. Per questo motivo, nel corso dell’estate 2019 Ancelotti aveva chiesto di puntare su calciatori già affermati. Anche in questo caso il mercato del Napoli si è rivelato un buco nell’acqua, perché Manolas e Lozano, tanto per citare gli acquisti più costosi, non hanno ancora ripagato la fiducia riposta in loro dalla dirigenza. Nel secondo e ultimo mercato Ancelottiano gli azzurri hanno anche provato l’ebbrezza del campione a parametro zero, ingaggiando Llorente, dismesso dal Tottenham. Un’altra delusione. Per fortuna c’è Di Lorenzo, uno dei pochi acquisti indovinati dal Napoli negli ultimi anni. C’è qualche speranza anche su Elmas, diamante grezzo da scoprire ancora del tutto. Però è troppo poco per restare ad alti livelli.