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Villani, comitato tecnico-scientifico: “Calcio? Decisione difficile. Che accadrebbe in caso di nuove positività?” [ESCLUSIVA]

Coronavirus Serie A
A Radio Marte nella trasmissione "Si gonfia la rete" di Raffaele Auriemma è intervenuto Alberto Villani, membro del comitato tecnico-scientifico

A Radio Marte nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Alberto Villani, membro del comitato tecnico-scientifico istituito dal governo nonché Presidente della società italiana pediatria.

Villani, comitato tecnico-scientifico: “Calcio? Decisione difficile. Che accadrebbe in caso di nuove positività?” [ESCLUSIVA]

“Fase 2? Tanta fiducia nel popolo italiano, così come bisogna fare appello alla responsabilizzazione di ogni cittadino. Norme e regole se non vengono comprese e rispettate servono a poco. Oggi però è solo il primo giorno, e posso dire che Roma è tornata quasi a una normalità di traffico di persone, ho notato tanta gente in giro, molte che non rispettano la distanza fisica, stando vicine senza mascherina. Speriamo bene, non credo che tutti abbiano ben compreso la serietà della situazione.

Non è che quello che viene suggerito di fare è una presa di posizione arbitraria, è sempre dettato dal coronavirus. Quando in Italia abbiamo preso alcune misure, gli altri paesi ci hanno deriso, ricordate la parodia della pizza al virus? Ora la Francia si trova in una situazione decisamente peggiore della nostra. Per non parlare degli Stati Uniti, che ora sono il primo Paese per decessi, o della Germania he ha riaperto e poi ha dovuto richiudere.

Sono state fatte aperture graduali proprio per garantire la produttività, anche se questo non tocca il comitato tecnico-scientifico che dà solo un parere sanitario, quanto la task force che riguarda l’economia. Dobbiamo fare molto affidamento sul senso civico, anche il Lungomare di Napoli per esempio mi è sembrato un po’ troppo affollato.

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Spadafora sul calcio? Per una serie di motivi faccio parte sia del comitato tecnico dell’associazione dei medici sportivi che di quello tecnico-scientifico del governo. Quindi, per onestà, sono uscito dall’aula quando si è valutato il protocollo. C’è grande attenzione per tutelare la salute dei calciatori e dello staff. Ci sono elementi che vanno valutati con la massima attenzione. Il Ministro Spadafora sta facendo tutto ciò che è giusto fare per avere il polso della situazione, le decisioni che vengono prese tengono conto di tutti gli aspetti, a 360°.

Conte potrebbe chiudere il calcio mercoledi? Questo non so dirlo, alla fine però è la politica che deciderà, il comitato esprime solo un parere. Non credo però vengano prese decisioni in tempi così brevi, sarei stupito dalla precocità della chiusura perché quella di mercoledì è una data molto ravvicinata conoscendo i tempi della politica.

Protocollo e discussione sulla malattia

Cos’è che non va nel protocollo? Innanzitutto va detto che non siamo di fronte a un micro-organismo conosciuto, ma a questo particolare coronavirus che ancora studiamo. Molte delle cose fatte notare da alcuni, di cui ho grande ammirazione, sono a volte sorprendenti. Non sappiamo bene da quando un soggetto inizia a essere contagioso. Sembrava che chi contraeva l’infezione potesse esserne successivamente immune e invece non è del tutto sicuro. Nel campo del calcio per esempio ha fatto clamore la positività prolungata di alcuni calciatori della Juventus.

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Uno dei temi di discussione, dal principio, è che è difficile adottare le misure giuste nel caso in cui venisse individuato un nuovo positivo in una squadra. Egli sarebbe potuto esser stato contagioso già da tempo. Io per esempio ho avuto il tampone 5 volte perché come medico devo essere controllato, questo perché si può essere positivi anche il giorno dopo o solo qualche ora dopo l’ultimo tampone. Il tampone è solo la fotografia di un momento.

Che ne sapremmo di chi è già stato contagiato dal nuovo calciatore positivo prima ancora che ne scoprissimo la positività? Sarà sufficiente isolare solo il nuovo contagiato per stare tranquilli che il contagio non si diffonda o probabilmente non bastererebbe? Ci basiamo su un principio di massima cautela e tutela, memori di un precedente, quello delle partite tra Atalanta e Valencia hanno contribuito non poco alla diffusione a Bergamo e in Spagna del coronavirus. Le precauzioni da prendersi non saranno mai troppe”.

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