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Argentina, l’ultimo saluto al Trinche Carlovich è una sfida contro il Coronavirus

Una dimostrazione d’amore gigantesca quella dei tifosi del Central Córdoba per l’idolo (anche di Maradona) Tomás Carlovich, “El Trinche”, morto a 74 anni per le conseguenze di una rapina subita. Per l’ultimo saluto lo stadio Gabino Sosa si è riempito: in tanti hanno sfidato il lockdown imposto dal governo.

Argentina, l’ultimo saluto al Trinche Carlovich è una sfida contro il Coronavirus

Per Diego Maradona era “il più grande”. Ne era convinto, l’ex stella del Napoli e dell’Albiceleste. Nel 1993, giorno della sua presentazione al Newells di Rosario, un giornalista lo salutò così: “Maradona, lei è stato il più grande giocatore al mondo” e lui lo interruppe: “Si sbaglia, il più grande è di Rosario, si chiama Carlovich”. El Trinche è morto a 74 anni, dei balordi l’hanno ucciso per rubargli la bici. Ribelle e sognatore, non volle mai andarsene dalla sua Rosario. E dal suo fiume magico, il Paranà, per il quale rinunciò alla gloria. Non ha mai giocato con la maglia della nazionale, non ha mai militato al Boca o al River, non ha mai vinto nulla. Ma era un personaggio letterario, nel gioco e nell’aspetto extracalcistico, con i capelli lunghissimi e i baffoni spioventi. E le sue storie, velate dal tempo, sono spesso state sospese tra verità e leggenda. Tant’è. Basta vedere la dimostrazione d’amore dei tifosi al Gabino Sosa. Maradona già ne ha tessuto le lodi in vita.

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