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De Nicola, ex medico Napoli e consigliere Lamica: “Responsabilità penale dei medici? Assolutamente no. Applicare il protocollo è impossibile” [ESCLUSIVA]

De Nicola
A Radio Marte nel corso della trasmissione "Si gonfia la rete" di Raffaele Auriemma è intervenuto il Dottor Alfonso De Nicola

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto il Dottor Alfonso De Nicola, ex responsabile staff medico SSC Napoli e consigliere Lamica, Libera Associazione dei Medici del Calcio.

De Nicola, ex medico Napoli e consigliere Lamica: “Responsabilità penale dei medici? Assolutamente no. Applicare il protocollo è impossibile” [ESCLUSIVA]

“Mi prenderei la responsabilità penale per un guaio di un calciatore? Assolutamente no. Anche perché ci sono almeno 50 persone che sono nello staff. Le responsabilità vanno pagate, i medici sociali non hanno contratti adeguati. Non c’è un contratto federale depositato in Lega. Io sono stato trattato benissimo al Napoli ma parlo dei medici di società minori, che non se lo possono permettere.

Ogni cosa si deve pagare, allora se il dio denaro ci governa allora bisogna adeguarsi. Io credo molto nel senso civico e sposo l’idea della Svezia, che ha ridotto a zero il contagio pur non facendo il lockdown. Noi lo dovevamo fare, era necessario perché altrimenti avremmo avuto diffusione del virus pazzesca. Adesso però non esageriamo.

Applicare questo protocollo è impossibile, non è stato fatto da medici sociali. Il Prof. Castellacci, il nostro Presidente, non è stato neanche interpellato. Quindi se un medico sociale dice che si fa, allora si può fare, altrimenti è difficile. Noi siamo tutti convinti che la situazione migliorerà, anche come amanti del calcio per tornare a cantare, socializzare, fare casino. Se noi facciamo le partite a porte chiuse il calcio si distrugge, perché è aggregazione, e poi in ogni casa si creerà un piccolo stadietto di 15-20 persone. Dopo tre partite a porte chiuse è finito il calcio.

Le parole di Malagò

Sicuramente ora ognuno di noi dovrà rinunciare a qualcosa. Malagò? Se lui dice quello che ha detto deve assumersene le responsabilità. Come si può pretendere che un medico sociale possa prendersi la responsabilità della vita o la morte di qualcuno? Alla prima positività succederà un casino. Bisognerebbe non dare la possibilità di fare dei ricorsi. E’ semplice dire “è morto un mio familiare, la responsabilità è sua, chiediamo soldi”. Allora io dico che è possibile riprendere ma ognuno dev’essere responsabile delle sue azioni.

Io sono due mesi e mezzo che vorrei fare un tampone, lo vorrei fare privatamente ma non esistono e pare non sia possibile farli. Se una persona qualunque vuole fare un tampone non può farlo. Sicuramente il Napoli ha trovato questa strada attraverso amicizie, si aprono tutte le porte. Non credo che ci siano società di Serie B e Serie C che si possano permettere gli strumenti.

Claudio Agave

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