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AZZURRO SBIADITO – Nicola Caccia, la dura carriera di un contestato perenne

Nicola Caccia
L'unica stagione partenopea di Nicola Caccia finì in contestazione per l'attaccante di Castello di Cisterna, anche per un rosso di troppo

Azzurro Sbiadito è la rubrica nella quale si raccontano le carriere di calciatori che nel Napoli non solo non hanno lasciato un segno positivo ma che, anzi, vengono ricordati soprattutto per prestazioni negative o incolori. Potenziali campioni che invece si sono rivelati degli acquisti infelici.

Negli ultimi anni il Napoli ha trovato svariate certezze soprattutto nel suo reparto offensivo. Da quando è tornata è in Serie A la squadra ha infatti potuto beneficiare di grandi campioni a rappresentare l’attacco. Tra questi, sicuramente quelli di Lavezzi, Cavani e Higuain restano nomi storici, senza dimenticarsi di Mertens e Milik. Molto spesso, però, negli anni bui gli attaccanti sono stati tutt’altro che un fiore all’occhiello per il club. E anche Nicola Caccia, sfortunatamente, non fa eccezione.

Azzurro Sbiadito, episodio 19: Nicola Caccia

Nato a Castello di Cisterna nel 1970, Caccia inizia la sua carriera nelle giovanili dell’Empoli. Esordisce proprio con i toscani in Serie A nel 1987, con una brutta sconfitta interna contro la Juventus. Nel corso degli anni però troverà non solo spazio ma anche qualche gol nelle serie minori, dopo le retrocessioni del club. Nel 1991 viene acquistato dal Bari, che prova a dargli una chance concreta in Serie A. Possibilità che però non arriva, dato che dopo appena 7 presenze verrà girato al Modena, in B.

Terzo tentativo con il neo promosso Ancona ma la stagione è un incubo: 26 presenze, nessuna rete ed ennesima retrocessione del suo inizio di carriera. Nonostante questo Caccia resta all’Ancona e comincia pure a segnare con una certa regolarità, andando in doppia cifra per due stagioni. In quella squadra – che vede insieme a lui un altro protagonista di questa rubrica, Edoardo Artistico – sarà però costantemente contestato dai tifosi. Una cosa normale, che può capitare. Ma che nella carriera di Caccia sarà un’incredibile costante.

Nel 1995/1996 Caccia va a Piacenza e gioca la sua miglior stagione in Serie A: 33 presenze, 14 reti, suo record in carriera. Così, l’anno dopo, arriva la svolta: il Napoli si interessa a lui e il campano ritorna nella sua terra per giocare in azzurro la stagione 1996/1997. L’annata del Napoli sarà decisamente anonima, un enorme preambolo alla retrocessione dell’anno seguente in Serie B. Il club arriverà 13° in Serie A e perderà la Finale di Coppa Italia contro il Vicenza.

Un rosso imperdonabile

Caccia doveva essere la punta di diamante di quella squadra e andò a formare, nel 4-4-2 con cui giocava il Napoli, la coppia d’attacco titolare con Alfredo Aglietti, forse – a posteriori – una delle coppie con minor qualità e starpower nella storia del Napoli in Serie A. Entrambi gli attaccanti conclusero il campionato sotto la doppia cifra, con Aglietti (8 gol) che fece leggermente meglio di Caccia (fermo a quota 7 reti).

In particolare quest’ultimo fu spesso contestato dal popolo azzurro non solo per il suo rendimento al di sotto delle aspettative ma anche per l’espulsione nella finale di Coppa Italia che costò la decisiva gara di ritorno agli azzurri. Caccia infatti, durante la gara, si fa espellere nei minuti finali dei tempi regolamentari. Farà così giocare tutti i supplementari con l’uomo in meno al Napoli, che dunque verrà sopraffatto dagli avversari. Anche a causa di questo evento, Caccia fu ceduto dal Napoli dopo una sola stagione.

AZZURRO SBIADITO, EPISODIO 18: BENNY CARBONE

Una carriera sbocciata tardi

Successivamente giocò nell’Atalanta. Anche qui l’inizio non fu dei migliori, con la retrocessione del club e l’ennesima contestazione nei suoi confronti da parte della tifoseria. Caccia si prenderà però una serie di rivincite nelle successive stagioni di Serie B, in particolare nell’ultima con l’Atalanta: 16 gol decisivi per la promozione in Serie A.

In seguito tornerà a Piacenza, club con il quale guadagnerà un’altra promozione e vincerà la classifica cannonieri della cadetteria con 23 reti. In Serie A, però, si farà trovare positivo al nandrolone e verrà squalificato per 4 mesi (inizialmente erano 8). Hubner e Poggi gli chiudono gli spazi, si aggiunge anche la concorrenza di Montano. Dunque nel gennaio 2003 si verifica la cessione Como e segna pure altri 5 gol, senza però evitare la retrocessione del club.

La pazza carriera di Nicola Caccia si conclude con il Genoa. Ci gioca per tre stagioni: nelle prime due, in Serie B, Caccia guadagnerà anche la promozione in Serie A, poi revocata – con tanto di retrocessione in Serie C1 – per la famosa vicenda dell’aggiustamento di Genoa-Venezia. Resterà con il Grifone anche in terza serie, ritirandosi poi nel 2006 a causa dei continui problemi fisici. Una storia a tratti incredibile quella di Caccia (che ora fa il dirigente e ha collaborato, tra le altre, con Milan e Fiorentina), bomber malvoluto spesso dai suoi stessi tifosi e che, in effetti, finì per sbocciare tardissimo nonostante una lunga carriera.

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Claudio Agave

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