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AZZURRO SBIADITO – Emilson Cribari e un palo leggendario

Emilson Cribari
Arrivato a Napoli nel 2010, Emilson Cribari viene ricordato soprattutto per un clamoroso errore in una partita di Europa League

Azzurro Sbiadito è la rubrica nella quale si raccontano le carriere di calciatori che nel Napoli non solo non hanno lasciato un segno positivo ma che, anzi, vengono ricordati soprattutto per prestazioni negative o incolori. Potenziali campioni che invece si sono rivelati degli acquisti infelici.

Dicembre 2010. Il Napoli è impegnato in un’importantissima gara di Europa League contro gli olandesi dell’Utrecht. Gli azzurri, dopo il vantaggio iniziale, vanno sotto per 3-1 ma Cavani rimette tutto a posto con una meravigliosa tripletta. Negli ultimi minuti il Napoli preme per cercare la vittoria e un cross dalla sinistra di Vitale pesca, in proiezione offensiva, Emilson Sanchez Cribari, libero di riserva nella difesa a tre di Mazzarri. Al ragazzo capita una palla da spingere solo in porta.

I tifosi sono già pronti a esultare, gli avversari stanno iniziando a disperarsi. Ma inspiegabilmente, da zero metri, Cribari riesce a centrare il palo. Forse è questo l’highlight fondamentale dell’avventura del difensore brasiliano in maglia azzurra. Un’avventura che, viste le premesse, non poteva di certo finire in gloria.

AZZURRO SBIADITO, EPISODIO 21: WILLIAM PRUNIER

Azzurro Sbiadito, episodio 22: Emilson Cribari

Brasiliano classe 1980, Cribari inizia a giocare fin da subito in Italia. Dopo un annetto nelle giovanili (nel quale vince il campionato Primavera), nel 1999 esordisce in prima squadra con la maglia dell’Empoli. Giocherà con i toscani fino al 2004, segnalandosi come un prospetto molto interessante e mettendo insieme più di 100 gare da professionista in pochi anni. Proprio in virtù di questo viene acquistato dall’Udinese, disposta a dargli una chance. Purtroppo per lui, però, un grave infortunio al ginocchio lo terrà quasi totalmente fuori dal campo (solo 12 presenze complessive per lui). I friulani lo cedono in prestito alla Lazio per ritrovare continuità e Cribari fa talmente bene che viene addirittura riscattato dai biancocelesti.

In questa sponda di Roma il brasiliano vivrà punti molto alti, sia a livello personale che di trionfi collettivi (vincerà infatti una Coppa Italia e una Supercoppa italiana, avendo modo anche di giocare in Champions League). Dopo alcuni anni però le sue prestazioni cominciano a calare e la Lazio decide di privarsene anche a causa delle lamentele dei tifosi, che tacciano Cribari di essere un difensore sostanzialmente mediocre e avvezzo agli errori. Nel gennaio del 2010 il centrale viene mandato in prestito per mezza stagione al Siena ma il club retrocede e non lo riscatta. Il ritorno alla Lazio sembra non riservare niente di buono. Poi, però, arriva il Napoli.

Una stagione di sofferenza

Gli azzurri sono alla ricerca, in sede di mercato, di una riserva di Paolo Cannavaro che non abbia troppe pretese di giocare titolare. Cribari corrisponde a una scelta di esperienza e coerente per allungare la rosa. Al momento dell’operazione, decisamente poco dispendiosa per il Napoli (sarà pagato solo 500.000 euro), i tifosi della Lazio quasi esultano. Quelli del Napoli invece non sanno cosa aspettarsi. Cribari, però, farà inconsciamente di tutto per mantenere la sua non eccelsa reputazione. In totale, con la maglia della squadra partenopea scenderà in campo per 14 occasioni (9 in campionato, 4 in Europa League, una in Coppa Italia).

Soprattutto in Europa darà il peggio di sé. Oltre allo sconcertante errore contro l’Utrecht, precedentemente si era segnalato anche per l’autogol che aveva sbloccato la partita contro i rumeri dello Steaua Bucarest (altra gara poi finita 3-3). Dopo una sola stagione e tanti improperi, Cribari – che aveva firmato un contratto annuale con opzione per il secondo – viene accompagnato alla porta e si ritrova svincolato.

Nel corso del finale di carriera il difensore si è comunque costruito una storia alternativa. Dopo aver militato in patria nel Cruzeiro, contribuirà alla rinascita dei Rangers di Glasgow nelle serie minori, prima di ritirarsi nel 2014. A Napoli lo ricordano ovviamente soprattutto per quel palo leggendario quanto inquietante. Un’immagine che nessuno è ormai capace di scrollarsi dalla mente ma che almeno, fortunatamente, non rovinò il percorso ai gironi del Napoli.

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Claudio Agave

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